Già: sono passati dieci anni (meno un paio di mesi) da quando è stata celebrata la doppia inaugurazione di piazza Trento e Trieste trasformata. Con un parcheggio sotterraneo, con una sistemazione architettonica della superficie, con il mercato che non sarebbe dovuto esserci e invece c’è. Dieci anni e un progetto che dall’atto di nascita ha mostrato tutti i suoi limiti, fra dissesto, interventi, problemi, guai. Il Cittadino in edicola giovedì 21 febbraio racconta cosa ne è del cuore della città nel decennale dell’apertura, raccontando qualcosa di inedito: la vertenza legale che dalla nascita accompagna il restauro di piazza Trento perché il progettista che ha vinto il concorso ha messo il copyright sulle opere che compongono l’antico Pratum Magnum. Insomma: la piazza pubblica per eccellenza a Monza che tanto pubblica, a dire il vero, forse non è. A decidere sarà forse un giorno un tribunale, intanto resta il suo degrado e il continuo tentativo di sistemare i problemi.
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Di questo si occupa il giornale in edicola così come di un ragazzo che sarebbe stato aggredito e circondato sui binari della stazione ferroviaria, ma mancano ancora le prove e i riscontri di quanto successo.E poi l’avvocato di Sergio Bramini su cui pesa una richiesta di condanna per tentata estorsione e il riciclaggio dei fondi della mafia tra Monza e Brianza, così come il boomerang di un processo per guai di vicinato che rischia di investire chi ha denunciato.
In cronaca anche il nuovo codice della strada, i rumors (smentiti dall’assessore) sulla volontà di un progetto per polo sportivo all’ex fiera per mani di Berlusconi, un pezzo di Sobborghi che potrebbe cambiare il quartiere, la nostalgia per il campo del Roller Monza di hockey nelle parole del suo custode, un nuovo capitolo della fortuna serie della città immaginata dagli architetti in Prospettiva Monza.
C’è qualcuno da ricordare, questa settimana: è Anna Sorteni, architetto, figlia del primo sindaco del dopoguerra, la fondatrice del Memb, il Museo etnologico di Monza e Brianza: è scomparsa nei giorni scorsi e il Cittadino ha raccolto i ricordi di chi l’ha conosciuta.
Nei quartieri la vita di chi deve fare i conti con la disabilità, grande bufala di Cereda Calzature che chiude (ma non chiude), le barriere antirumore sulla ferrovia che arrivano almeno per San Rocco, il mega progetto per acquistare alle Grazie la base scout più importante di tutto il nord Italia.
E poi: la rubrica 120 che questa volta racconta la pubblicità di oltre un secolo fa, la monzese scenografa per la Scala, le Immagini della Fantasia che tornano a Monza e il galà di danza che ritorna così come l’analisi delle prospettive di studio delle ragazze all’università: un affare da uomini? Sì, dicono i dati, ma forse si può fare molto, racconta la Fondazione Agnelli.
Ancora lo sport, tra Calcio Monza, Vero Volley e il centenario del Motoclub Monza, mentre la Germania (e non solo) si interessa al salvataggio dei pezzi di mezzi storici contesi da vecchia e nuova gestione.
Infine la cultura, che con il Mac di Lissone che si riprende la storia del design nato in Brianz adopo l’addio della Triennale, la nuova stagione di Mirabello cultura, Elio De Capitani che porta a Monza il suo Frankenstein, Alessandro Benvenuti che veste i panni di Arpagone per L’Avaro al Manzoni.
C’è di più: ci sono le pagine dedicate alla terza età con tutte le novità per gli anni d’argento a cura di Spm Monza Brianza e ci sono quelle dedicati agli affari immobiliari sul territorio. C’è questo è molto altro sul Cittadino in edicola giovedì 21 febbraio per l’edizione di Monza, uno spaccato della vita cittadina con tante sorprese.