Addio alla maestra Mimì, che ha insegnato il piano a generazioni di monzesi

È mancata a novant’anni Emilia Crippa Stradella (detta Mimi), docente di pianoforte per sessanta anni al liceo musicale Vincenzo Appiani. Giovannino d’oro dal 2012, era madre dell’attrice teatrale Cristina Crippa.
MONZA FESTA PATRONALE SAN GIOVANNI BATTISTA BENEMERENZE CIVICHE a EMILIA STRADELLA CRIPPA
MONZA FESTA PATRONALE SAN GIOVANNI BATTISTA BENEMERENZE CIVICHE a EMILIA STRADELLA CRIPPA FABRIZIO RADAELLI

Venerdì scorso è mancata a novant’anni Emilia Crippa Stradella (detta Mimi), docente di pianoforte per sessanta anni al liceo musicale Vincenzo Appiani. Giovannino d’oro dal 2012, era madre dell’attrice teatrale Cristina Crippa.

Proprio nel liceo monzese la Stradella, proveniente da una famiglia in cui la musica era molto amata (la mamma cantava e in casa c’era il pianoforte), era entrata nel 1936 e qui aveva intrapreso i suoi studi prima sotto la guida del maestro Riccardo Malipiero junior e successivamente di Rina Sala Gallo.

Nel 1945 si era diplomata al Conservatorio di Milano e nel 1946 aveva iniziato ad insegnare all’Appiani pur continuando i suoi studi musicali (si è perfezionata con il maestro Alberto Mozzati di cui ha sempre seguito il metodo) e svolgendo attività concertistica sia come solista che in gruppi cameristici. In particolare, aveva suonato con i violoncellisti Riccardo Malipiero senior e Mario Gusella e in duo pianistico con Piera Isoardi. Con lei si sono formati molti pianisti che sono diventati concertisti affermati e insegnanti in conservatorio ma anche direttori di cori e insegnanti di scuole a indirizzo musicale.

La sua costante e brillante attività didattica è stata premiata nel 2012 anche dal Comune di Monza con l’assegnazione del Giovannino d’oro. All’Appiani era stata chiamata ad insegnare da Malipiero senior, primo violoncellista alla Scala, che dirigeva la scuola quando ella era studentessa. Per lei fu motivo di grande orgoglio.

«Malipero diede un’impostazione molto seria alla scuola – raccontava – Seppe creare un nucleo di insegnati molto qualificati e allestì anche un’orchestra formata da insegnati e allievi. L’orchestra fu la sola attività che si dovette interrompere durante la guerra ma le lezioni continuarono e così noi potemmo studiare e ci fu persino chi in quel periodo sostenne esami in conservatorio».
Ai giovani che desideravano intraprendere un’attività concertistica Stradella diceva: «Incoraggio sempre chi possiede il talento ma avverto che sono necessarie anche costanza e volontà, due doti fondamentali per superare le difficoltà dell’attività musicale».

E aggiungeva: «Un concertista deve avere anche una grande cultura generale e deve dedicare molto tempo allo studio non solo dello strumento. Poi deve ascoltare molto gli altri pianisti. Deve conoscere molto bene la musica sinfonica e operistica».

Colleghi ed allievi l’hanno sempre ammirata non solo per le sue grandi doti musicali ma anche per il suo modo di fare semplice e diretto. I funerali sono stati celebrati sabato pomeriggio nella chiesa di san Gerardo.