È morto lo scrittore Andrea Camilleri, il papà letterario del commissario Salvo Montalbano. Aveva 93 anni e il 17 giugno era stato ricoverato a Roma in seguito a un grave malore: era già in condizioni molto gravi.
Camilleri era nato a Porto Empedocle nel ’23 e proprio nei luoghi della sua Sicilia, tra Agrigento e Ragusa, aveva ambientato i gialli che lo hanno fatto conoscere in tutto il mondo e che hanno avuto anche un grande successo televisivo grazie all’interpretazione che l’attore Luca Zingaretti ha dato del personaggio. Lui come pure i vari Catarella, Mimì Augello, l’ispettore Fazio, il dottor Pasquano, il giornalista Zito. Un successo esploso a 70 anni – “La forma dell’acqua”, il primo caso del commissario, è del ’94 – dopo una lunga carriera tra teatro, Rai e Accademia d’arte drammatica dove aveva insegnato.
Particolarità, e merito, di Camilleri è di aver “inventato” un linguaggio: nei suoi libri ha mixato l’italiano e il siciliano mettendoli in equilibrio e rendendo comprensibile anche il dialetto più stretto.
Per volontà dello stesso Camilleri e della famiglia i funerali saranno riservati.
“E alla fine mi hai spiazzato ancora una volta e ci hai lasciato – ha scritto l’attore Luca Zingaretti in un lungo post – E invece è arrivato il momento di ricordare. Di cercare le parole per spiegare chi sarà per sempre per me Andrea Camilleri. Un Maestro prima di tutto, un uomo fedele al suo pensiero sempre leale, sempre dalla parte della verità che ha raccontato tutti noi e il nostro paese. Mancherai. È inevitabile, è doveroso. Per la tua statura artistica, culturale, intellettuale e soprattutto umana (…) Ma soprattutto mancherai a me perché in tutti questi anni meravigliosi in cui ho incrociato la mia vita con quella del commissario, mi sei stato amico. Ho avuto la strana sensazione che bastasse un tuo tratto di penna a cambiare la mia vita. Ho vissuto accanto a te, nel tuo mondo, quello che avevi creato, quello che ti apparteneva perché uno scrittore non può che riportare se stesso nelle cose che scrive. E ho imparato tantissimo. Il rispetto per le persone, tutte, per se stessi, e per le persone deboli. Perchè il tuo commissario è così che la pensa. A volerti bene no. Quello già sapevo farlo dai tempi dell’accademia, quando non ci trattavi da allievi, ma piuttosto da colleghi”.
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