Dan Daran Dan, Seveso rinnova una tradizione centenaria

La tradizione di Capodanno: urlare e scampanellare per le strade del centro in cerca di dolcetti

È sempre Dan Daran Dan. Una delle tradizioni più conosciute e durature di sempre della Brianza, che risale addirittura ad oltre cinquecento anni fa. Parte da Seveso, ma in realtà coinvolge tantissime famiglie di tutta la zona circostante. La sua particolarità? Festeggiare il Capodanno la mattina presto, dopo il tradizionale veglione, in compagnia della storica figura della tradizione, il famoso Giuan. Si dice che l’iniziativa affondi le sue origini addirittura in epoca tardo medievale o poco dopo. Giuan era un fraticciolo del santuario di San Pietro, ancora oggi fulcro della devozione locale, con le sue reliquie ed il vicino seminario. Oggi è interpretato da Fausto Ravelli e Antonio Botton. L’organizzazione è curata da Carmelo Zana e dalle storiche famiglie del centro città. La festa è in programma sempre la mattina di Capodanno. Quest’anno il ritrovo è alle 9.30 sulla piazza del Santuario. Come sempre da lì il corteo attraverserà in maniera molto rumorosa le strade del borghetto ed i bambini e le bambine urleranno Dan Daran Dan, ghè chi el Giuan, richiamando così l’attenzione dei residenti che per evitare scherzi e scampanellate lanceranno qualche caramella o cioccolatino dai balconi o dalle finestre. Un pezzo di storia di Seveso che si rinnova di anno in anno, di padre in figlio, di madre in figlia, per una tradizione centenaria che ancora riesce giustamente a sopravvivere ai tempi moderni.

L'autore

Giornalista, primo pezzo pubblicato sul Cittadino il 16 aprile 2005, da allora mi occupo di cronaca, cultura e soprattutto sport. Seguo le peripezie – è il caso di dirlo – dell’Ac Monza. La zona di riferimento è la Valle del Seveso e mi occupo delle Groane (Solaro, Ceriano, Cogliate, Misinto, Lazzate), di Barlassina e di Seveso. Nella vita civile sono telecronista e dirigente sportivo alla Robur Basket Saronno.