È di Sovico il cantante di Max Mania, tribute band degli 883. Si chiama Andrea Casiraghi e appena lo ascolti cantare viene spontaneo dirgli «hai la voce uguale a quella di Max Pezzali!». La band è composta, come dice lui, «da 4 ca**oni che fanno il possibile per fare stare bene la gente» e visto il clamoroso successo dell’“Incubo Tour 2025” che da aprile sta portando in tante province dell’Italia le sonorità più coinvolgenti degli 883, si vede che la gente si diverte per davvero.
Negli show spettacolo (su e giù dal palco) in cui Max Mania crea occasioni di festa facendo cantare e ballare il pubblico, sta la ricetta dei sold out che costellano un tour che andrà avanti sino a settembre con tappe ovviamente in Brianza (dopo Verano, Villasanta e Desio, domenica 29 giugno tocca a Bareggia di Lissone, il 17 luglio a Lesmo, il 27 a Cesano Maderno e poi ancora Lissone ad agosto) che ripercorre con un vincente stile revival gli anni d’oro di Max Pezzali. «Max Pezzali è in questo momento al top nel mondo della musica – commenta Casiraghi- questi sono i nuovi anni ’90. Non nascondo che ciò abbia un ritorno positivo sulla nostra band che è sicuramente la tribute che suona di più in Italia».

Max Mania, gli 883 e la voce di Andrea Casiraghi
Tutto è partito dalla Brianza, per caso. «Non avevo questo obiettivo – racconta – nel 2015 ho pubblicato una mia canzone su Youtube, un batterista è rimasto colpito dalla somiglianza della mia voce a quella di Pezzali e mi ha suggerito di fare una band tributo. Io non ci pensavo. Mi piace la musica, ma non ho mai studiato canto, ma ho accettato e ho iniziato a fare i primi spettacoli in Brianza». Da quel momento non si è più fermato. Sei anni fa, la band è stata riformata completamente (al basso Dario Vanoli, alla chitarra Marco Campagnano, alla batteria Davide Melotti) e Max Mania colleziona spettacoli da due ore e mezza di festa.
«Puntiamo a coinvolgere la gente, è uno show – dice – prendiamo ballerini dal pubblico e quando vedo che la gente sotto al palco, dai bambini ai nonni, si emoziona, significa che stiamo trasmettendo qualcosa. Il complimento più bello? Quando mi dicono che siamo belli da vedere. Lo spettacolo è costruito e lo voglio figo. Ci esibiamo ogni volta suonando 40 canzoni. Ho sempre la fortuna di portarmi a casa emozioni – aggiunge – ma se dovessi scegliere una data da ricordare, direi la prima volta al parco Tittoni di Desio: ci andavo da bambino a vedere gli Eiffel 65 e adesso ci sono io su quel palco. Fa strano, è una cosa fuori dai confini». Cantante come secondo lavoro (è nel campo della ristorazione) e testi di canzoni che spesso si sovrappongono a quella personale. «Difficile scegliere la preferita – dice – ma direi “Un giorno così” perché mi tira fuori quello che ho dentro. Ogni canzone ha un significato per me. Alle volte non è stato facile cantare una canzone perché mi rimandava a un ricordo ben preciso… Il mio sogno? Avere Pezzali con me a cantare sul palco». Il coronamento. «Be’, gli canterei grazie mille e sei un mito!».