Lavoro, la fotografia della Brianza: tra denatalità, fuga di talenti e aziende in crescita

Presentato in Provincia il Rapporto 2024 dell’Osservatorio del mercato del lavoro a Monza e Brianza.
MONZA Provincia presentazione del Rapporto 2024 dell’Osservatorio del mercato del lavoro - foto Radaelli
MONZA Provincia presentazione del Rapporto 2024 dell’Osservatorio del mercato del lavoro – foto Radaelli

La denatalità, la difficoltà delle imprese a individuare personale con adeguate competenze e la fuga dei talenti sono i punti critici del quadro occupazionale della Brianza che, peraltro, ha parecchie luci: la fotografia è stata scattata lunedì 26 in Provincia in occasione della presentazione del Rapporto 2024 dell’Osservatorio del mercato del lavoro dall’eloquente titolo “Tra piena occupazione e inverno demografico”.

Lavoro, la fotografia della Brianza: tasso di disoccupazione a 3,4%

La Brianza, ha affermato Marcello Correra, amministratore unico dell’Agenzia formazione e lavoro, deve cercare di dare «risposte di carattere pluriennale a fenomeni preoccupanti che affondano le radici» nei decenni passati.
Sul territorio il tasso di occupazione ha superato quello del 2019, l’ultimo anno pre pandemia e, come spiegato da Andrea Gianni di Pts Class, la leggera flessione del 2024 rispetto al 2023 non deve allarmare.
Lo scorso anno le persone con un lavoro erano 415.400 pari a un tasso di attività del 73,2% e a uno di disoccupazione al 3,4%, in salita rispetto al 2,9% del 2023: tra gli uomini il livello di disoccupazione si è attestato al 3,2% e tra le donne al 3,6% mentre tra i giovani è sceso all’11,6%.
Il 54% degli occupati è inserito nel settore terziario mentre è in continuo calo il peso dell’industria che in cinque anni ha perso 7.500 addetti. Quasi il 30% dei contratti firmati nel 2024 è a tempo indeterminato: complessivamente i part time sono cresciuti anche se tra le donne la formula ha subito un leggero calo.

Lavoro, la fotografia della Brianza: le aperture superano le chiusure

Tra le 64.000 aziende il numero delle aperture ha superato quello delle chiusure e il 13,4% è guidato da stranieri. Gli immigrati rappresentato una risorsa importante per l’economia locale: costituiscono l’11% dei lavoratori e nel 2024 un terzo dei nuovi contratti è stato firmato da persone non italiane, impegnate perlopiù nella logistica, nelle costruzioni, nell’industria leggera e nei servizi alla persona, mentre il numero degli imprenditori originari di un altro paese è cresciuto negli ultimi sei anni del 27,6%.

Lavoro, la fotografia della Brianza: pendolarismo e cassa integrazione

La Brianza si conferma terra di pendolari: il 48% dei residenti lavora fuori provincia, perlopiù a Milano, e tra chi lo scorso anno è entrato nel mondo dell’occupazione coloro che varcano i confini sono 11.000 in più degli addetti che rimangono nell’area monzese. «Rendere più attrattivo il territorio – ha commentato Gianni – è possibile».

Tra le ombre figura l’incremento dell’11,5% delle ore di cassa integrazione, segnale della crisi che colpisce soprattutto i comparti della meccatronica e della metallurgia.
Nel 2024, ha illustrato Eugenio Vite di Pts Class, i centri per l’impiego hanno preso in carico 28.465 persone, di cui il 60% donne, e il 46,4% è stato avviato al lavoro.
«In futuro dovremo sperimentare percorsi di valorizzazione degli adulti disoccupati – ha ammonito Francesco Cirillo, il consigliere provinciale con la delega al Welfare – valorizzare la presenza di generazioni diverse di addetti in una stessa azienda, dare a tutti la possibilità di sfruttare il proprio potenziale, supportare i giovani, che saranno sempre meno, a trovare la loro strada». La Brianza, ha aggiunto, dovrà anche iniziare a riflettere sull’intelligenza artificiale generativa che avrà ricadute sul lavoro e sulla sua organizzazione.