C’è chi dice no. E senza incertezze. Da Regione Lombardia e dai sindacati, da posizioni differenti, arriva una decisa opposizione al piano presentato martedì mattina da STMicroelectronics.
Dopo la “contrarietà totale” del Pirellone, promotore del tavolo, anche i rappresentanti dei lavoratori esprimono preoccupazione per un piano da centinaia di esuberi.
St Microelectronics, sindacati sul piano industriale: «Chiesto che venga radicalmente rivisto»
«Il piano illustrato dal management – specificano in un comunicato le organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Fismic e Usb – prevede una profonda riorganizzazione del sito che, se confermata, avrebbe un impatto occupazionale pesantissimo: al netto dei prepensionamenti sarebbero almeno 800 le persone in eccedenza. Intere produzioni strategiche, come BCD Legacy e MEMS trasferite in Singapore o addirittura in siti esterni di supplier cinesi entro il 2027. Questo comporterà lo svuotamento di una parte importante di AG200, perdita di know-how e del ruolo strategico di Agrate. Una visione incerta e rischiosa L’azienda ha anche ammesso che il piano è basato su ipotesi di mercato instabili in cui il vero punto critico è il fatturato. Quindi ogni promessa di ripresa a fronte dei tagli e dello spostamento produttivo verso l’Asia sarebbe legato ad una esplosione di fatturato tutt’altro che solida viste le incertezze presentate. È inaccettabile costruire una trasformazione industriale così onerosa per il sito su basi così fragili, mettendo a rischio centinaia di famiglie e il futuro di un intero territorio (nessuno ha dichiarato che questi tagli siano sufficienti per questo piano!)».
Anche il sindacato ha quindi chiesto un deciso cambio di rotta su questo piano. «Abbiamo chiesto – viene ribadito nel documento – che venga radicalmente rivisto, puntando a tutelare i livelli occupazionali, garantire continuità produttiva locale, orientare gli investimenti verso un rilancio vero e non verso una lenta dismissione mascherata. Di fronte alla nostra determinazione, l’azienda ha mostrato delle aperture alla possibilità di riformulazione del piano preannunciando futuri incontri. Un passo importante, ma insufficiente, se non accompagnato da scelte concrete».