Mentre i prezzi del petrolio hanno toccato venerdì i minimi dall’inizio del conflitto in Ucraina, il mercato azionario ha registrato un’impennata in vista dei dati sull’occupazione negli Stati Uniti, che forniranno un’ulteriore prova del buon andamento dell’economia più grande del mondo.

Benchmark Dopo che entrambi hanno chiuso la sessione precedente ai livelli più bassi da febbraio, i futures del petrolio Brent sono leggermente saliti a 94,23 dollari al barile e quelli del greggio statunitense a 88,70 dollari al barile.

Per la prima volta dal 2000, l’inversione della curva dei rendimenti dei Treasury a due e dieci anni ha raggiunto i 39,2 punti base, la peggiore inversione dall’inizio della crisi finanziaria.
Una curva invertita spesso preannuncia una recessione.

La differenza tra il rendimento a 10 anni e quello a due anni, che venerdì mattina era del 3,0509%, era ancora di ben 36,6 punti base.

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Il più grande indice MSCI di titoli dell’area Asia-Pacifico al di fuori del Giappone è aumentato dello 0,74%, favorito dai guadagni del peso massimo dell’indice TSMC, che è salito dell’1,8% e ha recuperato il terreno perso all’inizio della settimana a causa del viaggio del presidente della Camera Nancy Pelosi a Taiwan.

L’indice giapponese Nikkei è aumentato dello 0,43%.

Secondo gli ultimi dati sull’occupazione, le buste paga non agricole negli Stati Uniti sono aumentate di 250.000 posti di lavoro a luglio, dopo un aumento di 372.000 posti di lavoro a giugno.

Dopo un calo dello 0,6% nella notte, l’indice del dollaro, che tiene traccia del valore del biglietto verde rispetto alle sei principali valute, si è attestato a 105,86 sui mercati valutari.

In seguito alla decisione della Banca d’Inghilterra di aumentare i tassi d’interesse e di mettere in guardia da una lunga recessione, la sterlina è scesa leggermente a 1,2142 dollari.