Monza – Torchiato per tutta la notte nella caserma dei carabinieri: Alì Yousuf Khan, lo zio della diciottenne trovata morta ieri in un monolocale di via D’Annunzio 12, nel quartiere San Rocco, è stato ascoltato a lungo. Non è indagato, ma per il momento si concentrano su di lui gli interessi degli investigatori che stanno indagando sull’omicidio. E’ stato lui, camerere in un ristorante di Milano, a trovare attorno alle 17.30 la nipote stesa sul letto, morta, con una sciarpa stretta attorno al collo. Ha chiamato il 112.
La ragazza, originaria del Bangladesh, viveva con lui da una quindicina di giorni dopo che, per dissapori, aveva lasciato i genitori, che vivono a Varese. Lo zio l’ha accolta nel monolocale visto che la moglie e il figlio sono partiti per un viaggio nel paese di origine dal quale torneranno in primavera. Quando i carabinieri del nucleo investigativo coordinati dal colonnello Michele Piras, insieme al colonnello Giuseppe Spina, comandante del gruppo provinciale di Monza, e agli uomini della Scientifica sono arrivati in via D’Annunzio hanno trovato il monolocale in ordine: nessun segno di effrazione, niente sangue, nessun segno di violenza.
La vittima evidentemente conosceva il suo assassino e l’ha fatto entrare in casa. Evidenti invece i segni di strangolamento sul collo. Sarà tuttavia l’inchiesta, affidata al sostituto procuratore di Monza Alessandro Pepè, che ha paerto un fascicolo per omicidio, a tentare di far luce sulle cause del decesso, che dovrebbe risalire al primo pomeriggio.
Il cadavere è stato trasportato ieri sera all’istituo di medicina legale di Milano. I carabinieri si sono messi subito al lavoro sentendo vicini di casa e conoscenti della ragazza, ma soprattutto concentrandosi sullo zio. Non sono trasscurate inoltre le eventuali frequentazioni e conoscenze della ragazza attraverso internet.