Monza – E’ arrivato martedì mattina in aereo da San Diego con mamma, papà, un’infermiera americana e un arricchitore d’ossigeno al fianco. A soli 14 giorni ha attraversato l’oceano per raggiungere la neonatologia dell’ospedale di Monza e il centro di malattie genetiche rare. Perché Marco (il nome è di fantasia) è un neonato speciale. Alla nascita, il 29 febbraio scorso, i medici hanno capito subito che c’era qualcosa di diverso in lui, probabilmente una malattia genetica rara che potrebbe comprometterne la crescita. Una notizia che nessuno si aspettava dopo una gravidanza tranquilla in cui tutti era andato bene.
Così i genitori, una coppia di milanesi da tempo in California per lavoro, ha deciso in poche settimane il rientro in Italia. La scelta per curare il loro piccolo è caduta sull’ospedale di Monza, un centro che dispone di una terapia intensiva neonatale all’avanguardia, del mezzo per il trasporto in emergenza dei neonati e di un centro per le malattie genetiche rare che è un polo di riferimento nazionale. “Quando hanno richiesto il nostro aiuto- spiega Paolo Tagliabue, direttore della Neonatologia di Monza- ci siamo subito organizzati per il trasporto. Abbiamo avvisato le autorità aeroportuali così da poter raggiungere la pista con il nostro centro mobile di rianimazione neonatale”. Dopo un lungo viaggio da San Diego ad Atlanta e da Atlanta a Milano, ora il piccolo è in una culla della neonatologia monzese ed è affidato alle cure dell’équipe monzese.
“Dalle prime visite -spiega Tagliabue- non risultano malformazioni evidenti, ma al piccolo deve essere somministrato dell’ossigeno per la respirazione e si sospetta una malattia genetica rara”. Una diagnosi potrà arrivare solo dopo una serie di esami presso il centro di malattie genetiche rare guidato da Angelo Selicorni. Selicorni, arrivato a Monza un anno e mezzo fa dalla Clinica De Marchi di Milano, è uno dei massimi esperti al mondo della sindrome di Cornelia De Lange, una malattia rara che porta a ritardo mentale, bassa statura, avambracci corti, mani piccole, sopracciglia arcuate che appaiono disegnate, ciglia lunghe e incurvate. Oltre a questa sindrome il centro monzese è punto di riferimento per 78 tipi diversi di malattie rare. “Una diagnosi precoce- spiega Selicorni- ci aiuta a seguire meglio il bambino, a prevenire alcuni disturbi, a sapere cosa aspettarci durante la crescita. Arrivare ad una terapia offre risultati importanti”. Ecco perché questo viaggio da San Diego a Monza ha tutto il valore di un viaggio della speranza.
Rosella Redaelli