Monza – Il suo racconto sembra la sceneggiatura di un film. Una pellicola con protagonista un novello Indiana Jones animato dalla passione per l’avventura. Invece, quello che sta per intraprendere Paolo Caprotti, 47enne agente pubblicitario monzese, è pura realtà e questa realtà, c’è da giurarlo, supererà anche la fantasia più sfrenata. Paolo, insieme ad altri due amici, Livio Begni 39 anni di Burago Molgora e Daniele Gioffrè, anch’egli 39 anni ma residente in Lussemburgo, prenderà parte da sabato 14 luglio al Mongol Rally 2012, una maratona automobilistica con destinazione la lontanissima Mongolia.
Dagli occhi e dalle parole di Paolo non traspare alcuna paura dell’ignoto ma, al contrario, un grande, grandissimo entusiasmo che contagia anche chi lo ascolta. Nemmeno un brutto incidente in moto capitatogli alcune settimane fa gli ha fatto cambiare idea. «Ho due dita del piede rotte, cammino con l’ausilio di una stampella ma partirò lo stesso», afferma con un largo sorriso.
L’idea di intraprendere un viaggio che fino a qualche mese fa sembrava inimmaginabile è venuta a Livio che, un po’ per gioco e un po’ sul serio, è riuscito a coinvolgere gli altri amici.
«Personalmente – confida Paolo – non mi sono mai cimentato in un rally. A me non interessa la competizione. Io amo viaggiare e fare fotografie per conoscere luoghi e popolazioni ed in questo caso allo spirito di esplorazione voglio affiancare il desiderio di fare del bene».
Tutto ciò che Paolo, Livio e Daniele riusciranno a raccogliere prima della partenza e lungo il percorso lo devolveranno alle associazioni Save the Children e Lotus Children’s centre. A conferma del loro progetto i tre amici hanno creato un’associazione l’ «Hb Uniti da un sogno» (Iban IT36K0335901600100000067071). In queste ore fervono gli ultimi preparativi. Il coraggioso terzetto partirà alla volta di Praga, punto di ritrovo dei trecento equipaggi del Mongol Rally, a bordo di una Citroen C 3 Picasso 1.4 a benzina («l’organizzazione – precisa Paolo – ammette solo vetture di cilindrata inferiore ai 1200 cc»), dopodiché con l’ausilio delle sole carte geografiche si avventurerà tra steppe desolate, deserti inospitali e pianure roventi per raggiungere il traguardo.
«Non potremo utilizzare per regolamento dispositivi satellitari come navigatori e geolocalizzatori – spiega Paolo – Con l’aiuto dei nostri figli abbiamo scaricato da Internet i percorsi da affrontare e ci siamo procurati delle cartine grandi come lenzuoli che consulteremo di volta in volta».
L’equipaggio brianzolo punterà ad est attraversando Slovacchia, Ungheria, Serbia, Romania, Bulgaria. Turchia. Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Tagikistan, Russia ed infine Mongolia. «La nostra automobile – prosegue Paolo – sarà equipaggiata con portapacchi, taniche per la benzina, serbatoi per l’acqua e tende».
Paolo e i suoi amici avranno a disposizione cinque settimane per completare le 10.000 miglia (l’organizzazione britannica si mantiene fedele alle proprie misure) pari a circa 16.550 dei nostri chilometri, del percorso. L’inflessibile regolamento prevede che nessun veicolo potrà seguirli per prestar loro assistenza. «Ci dovremo arrangiare da soli in tutto e per tutto» sentenzia l’esploratore. Una volta raggiunto il traguardo tutte le vetture partecipanti saranno battute all’asta ed il ricavato sarà devoluto alla Croce Rossa Mongola. Se l’entusiasmo degli uomini è a mille non così quello delle loro consorti.
«Le nostre mogli sono un po’ preoccupate – conclude Paolo – ma in compenso i nostri figli sono gasatissimi ».
Annamaria Colombo