Cogliate – Sono entrati nel giardino di un conoscente e hanno insistito per farsi aprire la porta di casa, lanciando minacce di morte. Non contenti, dato che l’uomo non ha aperto la porta, hanno rotto i vasi di fiori che hanno trovato nel cortile e hanno danneggiato l’auto della loro vittima, parcheggiata per la strada. Un raptus di follia, costato a madre e figlio, rispettivamente di 54 e 35 anni, la condanna a 6 mesi di reclusione (pena sospesa) per minaccia, violazione di domicilio e danneggiamento. La sentenza è stata emessa lunedì dal giudice del Tribunale di Desio Alessandro Rossato.
I fatti risalgono al mese di aprile del 2010. La vittima, un uomo residente a Cogliate, ha sporto denuncia ai carabinieri subito dopo l’aggressione. E’ quindi scattato l’iter giuridico, giunto alla conclusione qualche giorno fa, con la condanna dei due imputati. Secondo quanto denunciato dal cogliatese e dalla sua convivente, il 20 aprile del 2010 la coppia si trovava in casa quando ha sentito improvvisamente gridare alla porta: “Apri, ti ammazziamo”. L’uomo e la sua compagna hanno riconosciuto le due persone che li stavano minacciando: si tratta di madre e figlio di Lazzate. Entrambi avrebbero problemi di dipendenza dall’alcool. Senza alcun motivo, i due hanno chiesto insistentemente che la porta venisse aperta.
“Ti ammazziamo” hanno detto più volte, minacciando il padrone di casa. Il cogliatese ovviamente si è ben guardato dall’aprire la porta della sua abitazione. I due allora, spazientiti, se la sono presa con gli oggetti che hanno trovato in giardino. Hanno iniziato a spaccare i vasi dei fiori. Hanno rotto lo stendibiancheria. E hanno preso a pugni e calci le persiane. Poi hanno danneggiato l’auto del cogliatese, rompendo il tergicristalli, l’antenna e gli specchietti. Infine, se ne sono andati via, come se nulla fosse. Subito dopo l’uomo, rimasto senza parole per quanto successo davanti a casa sua, si è recato in caserma dai carabinieri a sporgere denuncia insieme alla sua compagna.
Ha detto di non sapere per quale motivo i due aggressori ce l’avessero in modo particolare con lui. Stupita anche la compagna dell’uomo: anche lei ha raccontato ai militari quanto era appena successo nel guardino di casa. Madre e figlio sono stati identificati subito e denunciati. Il ragazzo si trova in questo momento in una comunità. Il giudice li ha condannati a 6 mesi di reclusione, col beneficio della sospensione condizionale della pena.