Monza – Dunque a salvare il Calcio Monza dal fallimento potrebbe essere uno zio d’America. Questa è nuova, ma non si tratta – o, meglio, non dovrebbe trattarsi – di una bufala, visto che a dare la notizia è stata la stessa miss Deborah Martin, legale rappresentante delle società (International On e Pasport) che detengono il pacchetto azionario del club biancorosso, con delega specifica per trattarne l’eventuale (diciamo anche auspicabile) cessione. Domenica, alla fine della partita con il Mantova, miss Deborah ha accettato d’incontrare i giornalisti e in una improvvisata conferenza stampa, ospitata nella cosiddetta sala vip del Brianteo, ha fornito chiarimenti circa la situazione economica della società, lo stato delle trattative per il passaggio di proprietà, si è tolta qualche sassolino dalle scarpe (mai sostenuto come meritava il progetto Seedorf, e ora troppi improvvisati presunti salvatori della patria, inadeguati, inaffidabili), ha precisato qual è il suo ruolo all’interno del club: «Sono il rappresentante Pasport per le trattative e la vendita del Calcio Monza, tutte le operazioni finalizzate all’eventuale passaggio di proprietà della società devono passare attraverso la mia persona», ha scandito miss Martin in inglese, puntualmente tradotta dal dottor Rizzello a beneficio di chi, come me, mastica poco la lingua di Shakespeare.
Un bel passo avanti, in tema di comunicazione, rispetto al nulla cui ci aveva abituato Clarence Seedorf.
Dire che miss Martin abbia fornito chiarimenti, in realtà è affermazione azzardata. Ha glissato dove e come poteva. Non mi ha convinto ad esempio quando ha quantificato in 10 milioni di euro, negli ultimi tre anni, gli investimenti degli azionisti, cifra iperbolica cui mi rifiuto di credere. O quando ha promesso che gli stipendi verranno pagati, senza tuttavia poter indicare un termine tassativo, preciso. O quando, more solito, per giustificare i conti pesantemente in rosso ha tirato in ballo le precedenti gestioni societarie. Si presume intendesse riferirsi al nucleo dirigenziale originariamente imposto da Seedorf, allorché con una sorta di fusione a freddo si saldò la cordata diciamo olandese a quella “nostrana”(Salaroli, Zangari, fatalmente destinati a portare le borracce).
Accanto a miss Martin, il dottor Prada, il “commissario” che gli azionisti del club hanno spedito in missione – mission impossibile? – a Monzello, dopo che il Consiglio di amministrazione, meglio quel poco che ne restava, è stato azzerato, costretto alle dimissioni. Prada è simpatico, autoironico (“Davvero i tifosi mi hanno battezzato il becchino?”) e sia pure con la cautela del caso ci ha tenuto a smentire i professionisti del de prufundis: da non escludere lo scenario peggiore, il fallimento, certo la situazione è molto complicata, ma ci sono buone probabilità di uscirne. Se lo dice lui. E se poi arriva davvero lo zio d’America…
Giancarlo Besana