Processo Ponzoni, sfilano ex sindaci Caso Dassi: da testimone a indagato

Sfilata di ex sindaci, tra cui Ambrogio Fossati di Lissone, al processo Ponzoni. L’ex primo cittadino ha affermato di non aver ricevuto alcuna pressione a proposito di eventuali modifiche di destinazione d’uso di aree. Tra i teste anche Dante Dassi.
Dante Dassi, l’aaministratore della Mais di Ponzoni
Dante Dassi, l’aaministratore della Mais di Ponzoni Radaelli

Sfilano gli ex sindaci al processo che vede l’ex assessore regionale Pdl Massimo Ponzoni accusato di bancarotta, corruzione, concussione, peculato davanti ai giudici del tribunale di Monza. Tra questi, si è presentato anche l’ex primo cittadino di Lisssone Ambrogio Fossati, il quale, come altri suoi colleghi, ha negato di aver mai ricevuto pressioni dallo stesso Ponzoni in merito alle vicende urbanistiche locali. L’udienza di mercoledì ha fatto registrare forti momenti di tensione al momento della testimonianza di Dante Dassi (figlio dell’imprenditore Renzo Dassi, finanziatore di alcune imprese immobiliari della coppia composta da Ponzoni e dal suo ex socio Sergio Pennati, diventato poi suo grande accusatore). L’uomo, oggi poco più che trentenne, ha detto di aver percepito per qualche anno 2000 euro al mese di stipendio, come amministratore della società immobiliare Mais, poi dichiarata fallita. Da quanto è emerso, però, il suo lavoro consisteva più che altro nel mettere firme su documenti e bonifici, anche da 260mila euro l’uno, senza poi sapere quale fosse la reale destinazione di questi soldi. Dunque è apparso come il classico prestanome, per una società le cui risorse sono state prosciugate, secondo l’accusa, per finanziare le attività, anche politiche, di Ponzoni. Tesi duramente avversata dai legali della difesa dell’ex rampante desiano del Pdl lombardo, secondo i quali è stato Pennati il vero artefice delle bancarotte e degli spostamenti di denaro ai danni del loro assistito. Dante Dassi, entrato come teste, è uscito come indagato, visto che dalle sue dichiarazioni (e anche dai suoi lunghi silenzi imbarazzati) sono emersi forti indizi di colpevolezza.