Sala di registrazione in carcere La raccolta fondi per realizzarla

E è online, da metà luglio, il terzo album registrato all’interno del carcere dai ragazzi detenuti. Una produzione frutto dal laboratorio con il rapper Kiave, nell’ambito di “Parole oltre i muri”. Un percorso, ormai collaudato, realizzato con l’associazione “Il razzismo è una brutta storia”.
Una esibizione rap nel carcere di Monza
Una esibizione rap nel carcere di Monza

Una sala di registrazione in carcere per avere memoria delle buone pratiche e per raccontarle a tutti. Perché la musica può “liberare” in qualsiasi luogo, soprattutto dove si è costretti a rimanere dietro a un muro, da dove non si riesce più a vedere il resto del mondo. Anche qui, però, ci si può sentire liberi. Lo strumento per farlo, in questo caso, sono le parole. Che siano scritte, cantate o lette, poco importa: le parole acquistano potere. In questa prospettiva una sala di registrazione è un posto dove imparare a “custodire”, per poter poi diffondere anche all’esterno, i risultati del lavoro artistico di tante persone detenute, fatto grazie a progetti diversi e a un impegno che regala loro nuovi stimoli e prospettive.

Dopo quasi tre anni di percorsi nel carcere di Monza, l’associazione “Il Razzismo è una brutta storia” ora lancia un appello a tutti . «Vogliamo realizzare la prima sala di registrazione all’interno della struttura – spiega Giulia Frova dell’associazione che promuove e gestisce iniziative culturali, campagne di comunicazione e progetti legati al tema delle discriminazioni – dove le fiabe, i racconti, le storie e la musica potranno diventare podcast, programmi radio, audio-libri, cd».

La campagna per la raccolta fondi è già partita. L’obiettivo è ambizioso: 100 giorni per portarla a termine; 20 se ne sono già volati via. Ma ne restano ancora tanti per poter contribuire. Per farlo si può partire proprio dalla musica già creata in carcere. È infatti online, da metà luglio, il terzo album registrato all’interno del carcere di Monza dai ragazzi detenuti.

Una produzione frutto dal laboratorio con il rapper Kiave, nell’ambito di “Parole oltre i muri”. Un percorso, ormai collaudato, realizzato con il sostegno della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza e del Centro Servizi per il volontariato della Comunità di Monza e Brianza, basato sulla cultura e sullo storytelling, che ha dato vita a momenti condivisi tra detenuti e cittadini tra scrittura, cinema e musica, in casa circondariale. Resta comunque la musica il linguaggio più immediato per molti ragazzi detenuti: lo strumento migliore, anche duro, per potersi esprimere. Ragazzi, operatori e volontari hanno mostrato i risultati di questa contaminazione anche oltre le mura del carcere, all’Arci Scuotivento, (lo scorso 9 luglio, ndr) con un concerto e la presentazione del nuovo album. Qui si è tenuto anche un laboratorio di graffiti con gli artisti Giac0 e Vash , il cui ricavato è andato proprio a sostegno della campagna di raccolta fondi per realizzare lo studio di registrazione.

E l’album è il miglior prodotto per mostrare le potenzialità esistenti. Nove le tracce scritte e musicate sui beat di Apollo Brown da Manna, Mario Mof, Giacomo, Patrice ed Entu. Proprio con l’album è stata lanciatala campagna Il Razzismo è una brutta storia #Registriamone1Altra, per la raccolta fondi online per la sala. Durante la presentazione dell’album diversi cittadini si sono offerti per organizzare nuovi eventi di sostegno sul territorio. Intanto alcuni strumenti musicali sono già arrivati, ma per il resto del materiale (microfoni, sistema operativo, software, amplificatori etc…) serve l’aiuto di tutti. Per continuare a concedere momenti di libertà, anche dietro le mura del carcere. (Per donare strumentazione info@razzismobruttastoria.net. Informazioni su album e sala: www.razzismobruttastoria.net).