Cantine d’Italia 2011:enoturismo di qualità

Presentata al Devero hotel di Cavenago l'ottava edizione della guida alle migliori cantine italiane, selezionate per la qualità sia dei prodotti sia dell'accoglienza. Una mappa per l'enoturismo che passa anche per la Brianza.
Cantine d’Italia 2011:enoturismo di qualità

Cavenago Brianza – Non una delle tante mappe del vino italiano, né una selezione di etichette: la guida Go wine è dedicata all’enoturista ed è stata presentata giovedì al Devero hotel di Cavenago Brianza, che ospita anche il ristorante stellato di Enrico Bartolini. Un pomeriggio di degustazione e una serata di gala per il volume edito dall’associazione cuneese che arriva ora all’ottava edizione: sono 650 cantine italiane che, dichiaratamente, “meritano il viaggio”, ovvero i produttori nazionali che offrono non solo vino di qualità ma anche accoglienza a chi viaggia alla ricerca di sapori.

Per la presentazione della guida 2011 è stata organizzata una degustazione speciale di 200 etichette top tra le aziende produttrici premiate. Alle migliori l’associazione presieduta da Massimo Corrado ha assegnato le “Tre impronte Go Wine”, destinate quest’anno a diciassette cantine in tutta Italia. Per la Lombardia il massimo riconoscimento va a Bellavista e a Ca’ del Bosco, entrambe case bresciane di Erbusco, rese celebri dagli spumanti Franciacorta. Premi speciali a La Foresteria-Planeta di Menfi, in Sicilia, alla calabrese Dattilo, a La Montecchia di Selvazzano Dentro in Veneto, al Museo del vino di Barolo, all’Oasi degli Angeli di Cupramontana nelle Marche e al Barbacarlo di Lino e Giuseppe Maga di Broni, nell’Oltrepo pavese.

Non manca una segnalazione brianzola: la guida 2011 di Go wine registra anche l’azienda La Costa di Perego, sulle colline di Montevecchia, premiando sia il luogo, sia l’accoglienza sia la qualità dei vini prodotti da Claudia Crippa. «Ci vuole una buona dose di coraggio per intraprendere un’ambiziosa attività vitivinicola nel cuore della Brianza – si legge nel giudizio su La Costa – ma coraggio e intraprendenza non sembrano mancare alla famiglia Crippa».
Massimiliano Rossin