In Giappone per “respirare” il karate: Paolo Ornaghi e il Centro cultura sport a Okinawa

Samurai lombardi in viaggio in Giappone. Un’esperienza incredibile a contatto con le origini di una disciplina che affonda le radici nell’antichità per un gruppo di allievi della scuola di arti marziali Centro cultura sport di Seregno, capitanati dal direttore Paolo Ornaghi di Sovico.
Seregno - Alessandro Arangio Febbo e Paolo Ornaghi, primi a sinistra, con gli altri maestri coinvolti nello stage
Seregno – Alessandro Arangio Febbo e Paolo Ornaghi, primi a sinistra, con gli altri maestri coinvolti nello stage Paolo Colzani

Samurai lombardi in viaggio in Giappone. Un’esperienza incredibile a contatto con le origini di una disciplina che affonda le radici nell’antichità per un gruppo di allievi della scuola di arti marziali Centro cultura sport di Seregno, capitanati dal direttore Paolo Ornaghi di Sovico.

Loro meta principale è stata l’isola di Okinawa, considerata la patria storica del karate, dove sono stati accolti da Alessandro Arangio Febbo, il maestro nato e cresciuto nell’imperiese, che da tempo ha stabilito la sua residenza sul posto, unico italiano capace di guadagnarsi la stima della popolazione locale nell’insegnamento di quello che è ritenuto una stile di vita, prima che una disciplina sportiva, e che negli anni scorsi avevano già conosciuto in stage in Italia.

I karateki hanno poi seguito diverse sessioni con il maestro locale Maeshiro Morinobu (decimo dan e quindi al massimo livello di esperienza e preparazione) che, oltre agli aspetti tecnici, ha regalato chiacchierate illuminanti sulla tradizione e il pensiero del karate nel Giappone antico.

L’isola di Okinawa, infatti, è il luogo dove circa tre secoli fa, grazie ai rapporti commerciali con la Cina, nacque, prendendo forma dal kung fu, lo stile di combattimento a mani nude forse più noto al mondo: il karate. Dotati di una profonda conoscenza dell’arte e con uno stile fedele alla tradizione antica, i maestri hanno seguito i karateki in una decina di sessioni d’allenamento di notevole durezza e intensità.

«A Okinawa, diversamente dal Giappone interno e ben più dall’Occidente, la pratica del karate è ancora molto dura e basata sull’idea della diretta ed efficace difesa personale che non sulla semplice prestazione sportiva- spiega Paolo Ornaghi- è stato un viaggio emozionante di totale immersione nelle arti marziali dell’origine e nella filosofia, storia e cultura che dimostra ancora una volta come l’attività dell’associazione sportiva porti avanti una ricerca slegata dal semplice agonismo, ma sempre concentrata sugli aspetti culturali, filosofici e tradizionali di questa affascinante arte marziale».

Un viaggio dei ricordi che Ornaghi porterà per sempre nel cuore e che gli ha consentito di raggiungere il cuore della patria del karate.

Il bilancio finale è stato molto positivo: «Il viaggio è stato emozionante e indimenticabile, di totale immersione nelle arti marziali dell’origine e nella loro filosofia, storia e cultura. Abbiamo in questo modo dimostrato ancora una volta come l’attività dell’associazione sportiva che dirigo porti avanti una ricerca slegata dal semplice agonismo, ma sempre concentrata sugli aspetti culturali, filosofici e tradizionali di questa affascinante arte marziale».