È morto Stefano Borgonovo. L’ex calciatore aveva 49 anni ed era malato da anni di Sla, la sclerosi amiotrofica laterale. Era nato a Giussano nel marzo del 1964, aveva mosso i primi passi calcistici nelle giovanili del Como e poi era arrivato in serie A, al Milan e poi alla Fiorentina. E alla maglia azzurra.
Proprio l’Italia, giovedì sera in campo in Brasile per la semifinale di Confederation cup contro la Spagna, giocherà con il lutto al braccio.
Dopo aver chiuso la carriera di calciatore all’Udinese (nel 1996) e quella di allenatore nel Como (fino al 2005), nel 2008 aveva annunciato di essere ammalato di sla. Da allora la malattia neurodegenerativa lo aveva progressivamente immobilizzato e privato della capacità di parlare, se non attraverso un sintetizzatore vocale. Nello stesso anno aveva dato vita alla Fondazione, che porta il suo nome, per promuovere la ricerca scientifica per una cura contro la malattia.
È nato così anche il torneo che a inizio giugno manda in campo da cinque anni le squadre giovanili di società professionistiche per diffondere tra i più giovani la pratica del calcio e per raccogliere fondi da destinare alla ricerca contro una malattia ancora incurabile. Il grande impegno, a fianco della moglie Chantal e dei figli, nonostante le difficoltà e la sofferenza lo aveva reso un simbolo nella lotta contro la Sla. Che lui chiamava “la stronza”, e che il 27 giugno se l’è portato via.
I funerali sono stati fissati lunedì1 luglio alle 14.30 nella chiesa San Filippo e Giacomo a Giussano.
(modificato il 28 giugno)