L’arrivo di Mario Balotelli è il botto che che inaugura gli spettacoli pirotecnici. E il ferragosto del Monza arriva il giorno del compleanno del presidente Paolo Berlusconi, che proprio durante la partita domenicale tra la Reggiana e il suo Monza potrà immaginare dove i biancorossi potranno andare, grazie anche all’ex Inter, Milan e City. «Mi sono accorto di compiere gli anni nello stesso giorno del compleanno di tutti i tifosi del Monza», spiega Paolo Berlusconi. «Mio fratello ha fatto un regalo non solo a me, a Galliani e alla squadra. Lo ha fatto soprattutto a tutti i tifosi monzesi. Adesso augurandoci che Balotelli risponda alle aspettatative. Ci conosce, ha già vissuto nel Milan: auguriamoci che possa fare bene nel Monza».
Anche perché i biancorossi sono chiamati a cambiare passo, per condurre il passo là in vetta alla classifica di B. Berlusconi non fa giri di parole per dire che «ci aspettavamo ovviamente un posizione migliore». Il presidente non fa nulla per nascondere il naso arricciato di fronte alla classifica, ma concede ai suoi delle attenuanti. «Ci aspettavamo qualcosa di diverso, considerando la potenzialità e il valore della rosa, ma il calcio è bello anche per questo. Esistono elementi imprevedibili, come è stato ad esempio il Covid, per il quale siamo stati decimati e abbiamo dovuto affrontare partite in condizioni di certo non ottimali. Ma non vanno scordati anche i rigori falliti e i punti che abbiamo lasciato per strada a causa di questo».
Berlusconi cerca di scindere i dati oggettivi da quelli più impalpabili, ma altrettanto importanti: «Non possiamo lamentarci del gioco. In questo stiamo migliorando ogni settimana che passa. Creiamo sempre un maggior numero di occasioni e così è stato anche mercoledì, nel recupero con il Vicenza. Poi, chiaro, ci serve maggior cinismo». Lo stesso che, per intenderci, hanno altre squadre che ambiscono al medesimo obiettivo: la serie A. «Alcune avversarie sono retrocesse dalla massima categoria senza vendere o fare acquisti che avrebbero stravolto la rosa. E sono squadre più rodate. Ma il campionato è molto lungo e il nostro obiettivo resta sempre il medesimo». Anche perché, «presi uno a uno, i nostri sono giocatori molto forti. Poi subentra lo stato di forma, l’imprevisto, l’infortunio. Come quello che ci ha privato di Finotto, che per noi sarebbe potuto essere anche quest’anno un grande realizzatore. Boateng? È il nostro allenatore in campo».