Il caratese Filippo Tortu su 100 metri e 4×100, il giussanese Vladimiri Aceti per 4×400 e 4x 400 mista, la piemontese Linda Olivieri, allenata da Giorgio Ripamonti e tesserata Fiamme Oro e Atletica Monza, sui 400 ostacoli dopo un crescendo gara dopo gara e l’ultimo personal best ottenuto col secondo posto agli Italiani di Rovereto.
Sono i brianzoli dell’atletica convocati dal direttore tecnico delle squadre nazionali Antonio La Torre per i Giochi Olimpici di Tokyo con gare in programma dal 30 luglio all’8 agosto.
Della squadra italiana fanno parte 76 atleti: 41 uomini e 35 donne, “il più alto numero di sempre alle Olimpiadi per l’atletica azzurra”, sottolinea la Fidal.
Sullo sprint insieme a Tortu (che rientra in virtù del ranking) c’è Marcell Jacobs che quest’anno è sceso per la prima volta a 9”95 (nuovo record italiano preso proprio a Tortu) e insieme correranno la staffetta.
Poi l’argento europeo indoor Gianmarco Tamberi nel salto in alto, Davide Re (400 e staffette), Yeman Crippa su 5000 e 10.000, il neo primatista e bronzo agli Euroindoor Paolo Dal Molin nei 110hs, Leonardo Fabbri nel peso, Massimo Stano nella 20 km di marcia, Eyob Faniel in maratona.
Tra le donne Eleonora Giorgi, cresciuta a Cabiate, bronzo iridato di Doha nella 20 km di marcia con il bronzo mondiale di Londra 2017 Antonella Palmisano, le staffettiste della 4×100 vincitrici alle World Relays (Siragusa-Hooper-Bongiorni-Fontana), Luminosa Bogliolo nei 100hs, Nadia Battocletti nei 5000, la primatista dell’asta Roberta Bruni, le saltatrici in alto Alessia Trost e Elena Vallortigara.
“Il Consiglio federale – ha commentato il presidente Fidal, Stefano Mei – ha scelto all’unanimità di dare a tutti gli atleti che hanno maturato il diritto di essere all’Olimpiade, la possibilità di esserci. Un fatto non banale, una scelta che considero di campo, a sostegno degli atleti e del loro impegno, del lavoro dei tecnici, delle società, che hanno sofferto molto nella pandemia, come tutto il Paese, del resto, e meritano di veder riconosciuto tutto questo. L’azzurro in campo a Tokyo sarà un segnale di speranza, di fiducia nel futuro dell’Italia, sprone per le successive generazioni ad impegnarsi per riuscire nello sport. Credo molto in questo messaggio, e non dimentico quello che l’atletica ha fatto nel periodo più difficile della pandemia, a supporto di tutto il Paese: per la sua natura di disciplina individuale che si svolge all’aria aperta, l’atletica non ha mai chiuso, supplendo alle difficoltà di tutto lo sport, e restituendo un servizio sociale di valore inestimabile”.