Sarà che l’atmosfera infuocata di Pisa tiene accesa l’emozione anche a distanza di giorni. Ma in fondo, il suo Romeo Anconetani ce l’ha anche Monza. Il giornalista che divenne patron del Pisa e che oggi presta il nome all’Arena Garibaldi, quel catino di esuberanza che contraddistingue la tifoseria neroblù. Il passo dalla macchina da scrivere al timone della società, in un certo senso l’ha compiuto anche l’amministratore delegato di questo Monza, che oggi si affaccia per la prima volta in A. Grazie, soprattutto, al suo amore per quei colori. Il giovane Adriano Galliani, nel 1966 cementa il suo amore per il Monza e getta le fondamenta di un connubio che non verrà mai meno. Lui che già da bambino frequentava le gradinate del Sada, a 22 anni scrive sul ‘Cittadino’. Per 5 anni scriverà di Monza, intersecando professione e passione. Tanto che “avrei voluto diventare giornalista”, dirà poi.
Adriano Galliani giornalista al seguito del Monza
“Quella con ‘il Cittadino’ è stata un’esperienza fantastica, che mi ha dato tra l’altro la possibilità di seguire e conoscere da vicino il Calcio Monza e di seguirlo in trasferta“. E come allo stadio Anconetani domenica sera, la fotografia della trasferta toscana di quei giorni mette a fuoco analoghe sfumature di paesaggio: di ritorno dal 2-1 di Livorno il giornale dell’epoca scrive di intimidazioni, ma poi anche di “paternalismo arbitrale”, con i biancorossi battuti “da due reti irregolari”.
Adriano Galliani e la sua settimana perfetta
Dopo la conquista della A, domenica Galliani parlerà della settimana perfetta della promozione del Monza, dello scudetto del Milan e del trionfo in Champions dell’ex Ancelotti, Galliani ha detto: “Ora manca solo l’Armani”. Perché il basket è l’altra grande passione dell’ad monzese, che nei giorni in cui gli Harlem Globetrotters si esibiscono al Sada, per il Cittadino scrive di tennis. Non sa che solo il tempo potrà cancellare le sue parole di quel giorno: “I sogni belli non si avverano mai”, attacca nel pezzo. Il Monza gli ha dato torto, domenica. Ma il primo a esserne felice è proprio lui.