Con il cinema ci si era già incrociato. Era il ’97 quando Aldo, Giovanni e Giacomo scelsero Che cossè l’amor per accompagnare una scena del loro primo film, “Tre uomini e una gamba”. Ma la canzone esisteva già e avrebbe brillato nel tempo indipendentemente dal quel film. Come con l’Ora di religione di Marco Bellocchio, che la volle nel 2002. Anzi, quella canzone sta per compiere vent’anni insieme all’album Camera a sud. C’era stata anche …E allora mambo (da Modì), titolo e colonna sonora per la coppia Bizzarri-Kessisoglu e anche di un film di Sergio Staino. Però, appunto, quelle canzoni esistevano già. Erano già parte di qualcosa.
Questa volta è diverso. Per Le avventure di Zarafa (che si pronuncia Zarafà, alla francese), Vinicio Capossela non ha composto solo la canzone originale dedicata alla giraffa giramondo. Per la prima volta si è anche cimentato col ruolo di doppiatore, dando la voce al vecchio saggio che racconta le avventure del protagonista e della sua amica a quattro (lunghe) zampe.
E il cartone animato si apre proprio con un gruppo di bambini seduti all’ombra di un baobab intorno all’uomo per ascoltare la storia di Maki, 10 anni, e Zarafa, una giraffa orfana inviata in dono al re di Francia Carlo X dal Pascià egiziano. Una storia vera, del 1826. Un’amicizia che diventa sempre più forte durante il viaggio dal Sudan a Parigi, attraversando Alessandria d’Egitto, Marsiglia, le Alpi con la neve. E tutto quello che il mondo può riservare.
«Ascoltare richiede molta più pazienza e attenzione che narrare – ha dichiarato Vinicio Capossela – Una storia non è niente fino a quando non c’è chi la ascolta. È per questo che sono sempre molto grato a chi ascolta le mie e a chi ascolterà la storia di Zarafa».
Lui di storie se ne intende. Come quella che, «una volta visto il film», è nata in studio insieme a tre musicisti: con le parole che richiamano i momenti decisivi della trama e la musica che fa vivere i personaggi su un ritmo di giostra e avventura (guarda il video e ascolta la canzone – si apre in pop – up). Una colonna sonora fiabesca che si muove sul passo della giraffa che «avanza sui tacchi, misura il mondo con i suoi passi a compasso elegante, mannequin di Picasso». E che suona – come il collo della giraffa – con strumenti non a caso “a collo allungato”: «Come il clarinetto basso, il clarino, il cromorno, suonati da Achille Succi e il fagotto, suonato da Alessio Pisani. A completare il quadro la fisarmonica parigina di Alberto Becucci e i mille strumenti (marimba, vibrafono, theremin, fischi da naso, percussioni, cori) del fidato Vincenzo Vasi», ha spiegato Capossela nella presentazione del film.
Il cartone animato è stato realizzato dai registi Rémi Bezançon e Jean-Christophe Lie in un lavoro durato quasi due anni e che ha coinvolto centinaia di persone e otto studi di animazione in tutto il mondo per finire le 1.195 inquadrature e i 150mila disegni in media utilizzati durante le fasi dello sviluppo della pellicola. Un cartone animato classico, girato rigorosamente in 2D, in un’invasione di 3D e occhialini nelle sale.
«Volevo dimostrare che la libertà è la cosa più importante nella vita. Molte persone stanno ancora lottando per ottenere la loro», ha spiegato Bezançon in una dichiarazione che racchiude tutto.
Zarafa è nei cinema dal 4 aprile. In Brianza è a Busnago (Movie Planet), Lissone (Uci), Monza (Teodolinda), Paderno Dugnano (Le Giraffe, ovviamente), Vimercate (The Space). L’elenco delle sale è su www.nexodigital.it.