«La disabilità per noi è solo un punto di partenza». Se lo ripetono ogni giorno all’asd Silvia Tremolada, associazione monzese guidata da Silvio Vigoni. Responsabili, volontari e allenatori mettono quotidianamente in pratica in mille forme l’inclusione, anche attraverso nuove modalità. Lo sport è un’occasione importante di realizzazione personale e scoperta di potenzialità per le persone con disabilità. Ed ora c’è anche la mototerapia, che arriverà sabato 30 ottobre allo Spazio Rosmini, con il freestyler Vanni Oddera. Il campione e i suoi compagni metteranno in scena diversi show alle 11, alle 15 e alle 17. Dopo le prime due esibizioni ci sarà la possibilità per 150 ragazzi di provare le evoluzioni in moto accompagnati da Oddera e da altri atleti. L’evento è promosso con Ascot Triante, Novomillennio, Rugby Monza, nel solco della rete Tiki Taka e di “Una via per la città”. Forte la collaborazione con “I ragazzi di Robin”. «Sono già tutti emozionati – ammette Vigoni – e sarà anche un modo per festeggiare il compleanno di Francesca, una nostra ragazza».
«Se si salta da soli è solo un salto, se si salta insieme è la vita che inizia davvero». È cosi che Vanni Oddera, a un certo punto della sua carriera, ha pensato che salire su una moto e fare evoluzioni potesse essere anche una forma di condivisione, per donare ad altri autostima o più semplicemente un momento di svago e felicità, capace di mettere i brividi e allo stesso tempo dare nuove energie. Oddera, classe 1980, cresciuto in un paesino sull’appennino ligure tra Genova e Savona, è noto per le sue vittorie in motocross freestyle ma da oltre dieci anni è divenuto anche il testimonial della “mototerapia” e ha scelto di “saltare insieme” a bambini e ragazzi che nell’affrontare una malattia o una disabilità trovano nell’adrenalina di salire in sella con lui, o di provare a farlo con lui (o altri colleghi) accanto, un’occasione di divertimento e non solo. Nel 2008 Oddera ebbe infatti l’intuizione che la moto potesse essere un’occasione anche per chi aveva disabilità fisiche o mentali. Organizzò in una struttura che si occupava di persone con disabilità allenamenti capaci di coinvolgere direttamente gli ospiti e, di fatto, nacque così la mototerapia. Poi Oddera ha ideato di tutto: oltre a condurre sulla sua moto le persone con disabilità, in un vortice di emozioni, ha pensato ad appuntamenti dove moto, mini-moto e quad sono veicoli per mettersi alla prova, sperimentarsi, sempre in sicurezza e all’insegna del divertimento. Si parla di mototerapia pur non essendoci alcuna conferma dal punto di vista medico-scientifico, perché le emozioni sono terapeutiche e l’esperienza è una tra le tante che permettono di sviluppare capacità fisiche, affettive, cognitive e sociali.