Monza – Due anni di lavoro e 9.000.000 di euro: sono i numeri del progetto ‘SLAncio’, il centro di ricovero per persone in stato vegetativo, malati di sla e terminali non oncologici che sarà realizzato dalla cooperativa la Meridiana Due. La struttura sorgerà nell’area adiacente al polo geriatrico San Pietro di viale Battisti, sulle ceneri del centro sportivo inutilizzato da un paio di anni. L’intervento, che ha ottenuto il via libero dal consiglio comunale pochi giorni fa, sarà avviato tra qualche settimana e si concluderà entro la fine del 2013. Nello stabile di quattro piani saranno attrezzati 73 posti per pazienti, come quelli in stato vegetativo, che richiedono una “complessità assistenziale”.
La residenza consentirà di liberare letti per gli anziani alla San Pietro, che ha una lista di 240 nominativi in attesa di occupare uno dei 140 posti disponibili. «Questa scommessa ci fa tremare i polsi – afferma nell’illustrare il piano Roberto Mauri, direttore della Meridiana Due – ci siamo indebitati in quanto in oltre trent’anni di attività non abbiamo messo via un soldo. Abbiamo deciso di accettare la sfida per dare una risposta adeguata a un bisogno di assistenza in crescita». Ecco dunque spiegato il nome del progetto: SLAncio, come Sla, ma anche come la generosità e l’entusiasmo con cui la cooperativa cercherà di condurlo in porto con il contributo dei brianzoli. «La qualità della vita di chi è colpito da malattie degenerative – aggiunge – richiede un investimento da parte di tutta la comunità. Già oggi la San Pietro è una delle poche strutture in grado di garantire a questi pazienti un’assistenza elevata e un supporto, anche psicologico, alle loro famiglie».
Non si tratta solo di anziani, precisa il direttore sanitario Fabrizio Giunco: «Il numero delle persone in stato vegetativo – specifica – è in continuo aumento in quanto migliorano le capacità di intervenire nelle situazioni di emergenza, come gli incidenti e le ischemie. Ogni anno si verificano 10-15 casi ogni centomila persone, tra loro ci sono ragazzi di 13, 14 anni con un’aspettativa di vita elevata». Se infatti la metà delle persone in queste condizioni muore nel giro di un paio di anni e l’80% entro il quinto, c’è chi sopravvive quasi vent’anni. «C’è chi – aggiunge il medico – recupera la vigilanza e alcune funzioni, c’è chi ha gli occhi aperti e chi prova emozioni. Purtroppo le case specializzate sono l’anello debole del sistema italiano». Quello che la Meridiana Due sta cercando di forzare.
«Non abbiamo mai chiesto contributi, questa volta però non possiamo farcela da soli». È un appello accorato quello lanciato dal direttore della Meridiana Roberto Mauri: «Il centro di ricovero – spiega – sarà costruito con finanziamenti che dovremo restituire: 9.000.000 di euro sono tanti e, visto che si tratta di un progetto importante, ci rivolgiamo all’intera comunità brianzola». La cooperativa, alla caccia di sponsor, busserà alla porta dei comuni, della provincia, degli industriali. Per raccogliere fondi organizzerà cene, lotterie e manifestazioni che punteranno a sensibilizzare l’intera popolazione. Ogni offerta, anche la più piccola, sarà preziosa; i responsabili hanno compilato una sorta di listino per chi voglia destinare alla casa per pazienti in stato vegetativo somme piuttosto cospicue: i benefattori potranno collaborare all’arredamento degli interni o all’acquisto di strumenti o apparecchiature sanitarie e i donatori maggiori saranno ricordati con targhe. È possibile seguire la raccolta fondi e l’andamento dei lavori sul sito www.cooplameridiana.it.
Monica Bonalumi