Buongiorno, siamo genitori di un neonato di un mese, abbiamo visto che sono consigliati dei giochi per il “tummy time”, vorremmo capire di cosa si tratta e quali giochi in commercio siano più adeguati.
Buongiorno, con “tummy time” si intende letteralmente il tempo trascorso in posizione prona, ovvero a pancia in giù.
Quindi parlare di far trascorrere del tempo al bambino piccolo in posizione prona e di tummy time, intendiamo la medesima cosa.
Il motivo per il quale è importante è perché in questo modo mettiamo il bambino nella condizione di utilizzare e sviluppare i muscoli antigravitari.
Con il termine di muscolatura antigravitaria comprendiamo le catene muscolari indispensabili per il mantenimento della postura contro la forza di gravità; sono tutti quei muscoli che servono per esempio per mantenere la posizione seduta, a gattoni o in piedi, ultima ma non per importanza, anche la posizione prona.
Un altro motivo per il quale posizionare il bambino a pancia in giù, è per la prevenzione della plagiocefalia, cioè la modificazione della forma del cranio in seguito a pressioni meccaniche.
Inoltre mantenendo la posizione prona permettiamo al neonato di osservare l’ambiente da una prospettiva diversa, cosa fondamentale per l’esplorazione dell’ambiente e la conoscenza di quest’ultimo.
Venendo alla vostra ultima domanda riguardante i giochi in commercio, vi consiglierei inizialmente qualsiasi superficie che sia stimolante con colori o rumori, per esempio una coperta con disegni con contrasti cromatici come il bianco e il nero che vengono percepiti più facilmente nei primi mesi di vita rispetto ad altri colori più tenui.
Altro oggetto molto utile è il tappeto semirigido, per esempio quelli in puzzle, posizionate degli oggetti interessanti davanti al viso del bambino prono, in modo da stimolarlo nel sollevare il capo.
Esistono in commercio anche dei tappetini con all’interno del liquido in cui sono immersi degli oggetti in movimento.
In alternativa, un ottimo sostegno potrebbe essere direttamente il petto di mamma e papà, in quanto è la prima esperienza di posizione prona che fa il bambino. Molto spesso i neonati che non tollerano la posizione prona, se aiutati direttamente col corpo dei genitori, riescono molto meglio.
Giulia Casiraghi *
* Laureata all’Università di Milano Bicocca, è TNPEE – Terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva. Iscritta all’albo professionale dei terapisti della neuropsicomotricità dell’età evolutiva n°448. Si occupa di età evolutiva, in particolare segue bambini e ragazzi tra zero e 18 anni con disturbi del neurosviluppo. Lavora come libera professionista a Milano e nella provincia di Monza e Brianza. Per info: mail, Facebook, Instagram.