Seveso – Per Umberto Regalia, Pedemontana non intaccherà il Bosco delle querce e le vasche con la diossina. Per i comitati di cittadini, invece, l’autostrada ci passerà proprio in mezzo. Non è servita l’audizione in Provincia di Monza e Brianza del direttore generale di Pedemontana a dissipare i forti dubbi degli ambientalisti in merito al progetto. Posizioni diametralmente opposte riguardanti le soluzioni tecniche che non sembrano potersi conciliare. I Comitati, infatti, sostengono che il progetto definitivo di Pedemontana sia invasivo e pericoloso per la salute dei cittadini, mentre il Direttore Generale di Pedemontana, Umberto Regalia non si muove dalle proprie posizioni.
Per i tre Comitati riuniti che trovano appoggio anche dagli ambientalisti costituitisi nel gruppo “Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile”, l’area maggiormente contaminata dalla nube tossica fuoriuscita dallo stabilimento Icmesa nel 1976, su cui ora sorge il Bosco delle Querce di Seveso e Meda, è delimitata, ma non attraversata, dalla superstrada». Dai progetti forniti dallo stesso Regalia, però, è possibile vedere le foto satellitari dell’area del Bosco delle querce interessata dal passaggio di Pedemontana: il nuovo raggio di curvatura dell’autostrada, imposto dalle norme nazionali di progettazione, si mangerà una bella fetta di bosco. Meno evidente, di contro, l’impatto che il cantiere autostradale avrà sulla vasca di diossina più piccola, quella di Meda, visibile nelle fotografie al termine della strada tratteggiata.
Pedemontana risponde alle osservazioni dei Comitati colpo su colpo: «Lo svincolo della Milano-Meda è già oggi all’interno del Parco delle Querce; che il progetto definitivo di Pedemontana resta all’interno dell’area dello svincolo attuale ed anzi riduce l’occupazione del parco e si allontana dalla vasca di contenimento; che con il recepimento delle prescrizioni in sede di progetto esecutivo modificherà il progetto definitivo e lo svincolo esistente sarà abbandonato a favore di una soluzione di raccordo su via Vignazzola, esterna al perimetro del parco, permettendo di riconsegnare al parco la grande area circoscritta dai rami di svincolo ed oggi pressoché non piantumata e non fruibile; che per quanto riguarda la diossina, come attestato dall’Arpa nel 2008 e come dimostrato dalla documentazione disponibile presso gli enti interessati, solo in 10 casi su 127 sia interni che esterni al perimetro del parco delle querce si è riscontrato il superamento del limite per uso industriale».
i.b.