Seregno, automobile contro motoMuore giovane papà di Albiate

Seregno/Albiate – Si conoscevano da pochi anni, ma la loro amicizia era cresciuta in fretta tanto da unirli anche nel lavoro. Una bella amicizia che si è però interrotta tragicamente ieri, domenica 25 luglio, intorno alle 22, sull’asfalto di via Montello, all’altezza del cavalcavia di San Salvatore che unisce Seregno ad Albiate, paese di residenza di entrambi. Christian Costante, 34 anni, autotrasportatore, è deceduto all’ospedale di Desio, l’amico Filippo Viganò, 36enne, sta lottando contro la morte nel reparto di terapia intensiva e neurochirurgia del “San Raffaele” di Milano. “E’ forte e ce la farà” le parole del padre Enrico,molto conosciuto in paese perchè titolare del noto negozio di ortofrutta di via Cesare Battisti “Enrico il Migliore” (soprannominato brioschin) dove stamattina i clienti, turbati, non potevano credere al racconto dell’uomo. Christian e l’amico erano a bordo di un motociclo Piaggio 500 e stavano percorrendo il cavalcavia in direzione Seregno. Giunti in prossimità dell’ultima curva prima di raggiungere la rotatoria di via Montello, lo schianto terribile con una Fiat Panda condotta da M.B., 36 anni, residente alla frazione Dosso di Albiate. Il conducente, proveniente in direzione opposta ai due ragazzi, avrebbe perso il controllo dell’auto che ha invaso la corsia investendo in pieno i due amici. Uno schianto violento: il parabrezza della Panda è andato completamente distrutto, i due a bordo del motorino sono stati sbalzati a terra. Immediati i soccorsi del 118 che hanno trasportato i ragazzi ai nosocomi di Desio e Milano. Per Christian non c’è però stato nulla da fare. Giunto da un paio d’anni ad Albiate, residente in via XXV Aprile, era autotrasportatore per il negozio di ortofrutta del padre dell’amico. Lascia una compagna e un figlio di 4 anni. Per Enrico, padre del ragazzo ricoverato al San Raffaele, queste sono ore drammatiche. Un copione che gli fa tornare alla mente l’ incidente stradale di 15 anni fa quando, allora il figlio più grande, Cristiano, fu strappato alla morte. “Io non perdo la testa, ma guardi che vita che ho…” afferma affranto e in ansia “mi sembra di rivivere un incubo, ma anche questa volta ce la faremo..”. L’investitore, ricoverato per un forte trauma cranico sarebbe già stato dimesso dall’ospedale. Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Seregno.
e.p.