San Giacomo, ritorno alle originiMonza, l’effige in via Bergamo

San Giacomo, ritorno alle originiMonza, l’effige in via Bergamo

Monza – Tornerà là dove è sempre stata per quasi trecento anni. La statua di san Giacomo che adornava l’antica porta de Gradi sta per essere ricollocata nel piazzale tra via Bergamo e via Pesa del lino, proprio accanto al pont de la Mariota. Un ritorno atteso, che completa il lavoro di riqualificazione e recupero di una delle zone più belle, antiche e suggestive della città. L’idea è quella di installare una struttura in acciaio che sarà destinata a sorreggere l’effige del santo, che fino al 1908 impreziosiva una delle quattro porte di fortificazione volute da Azzone Visconti, e costruite tra il 1333 e il 1336. Secondo quanto riferito dall’Ufficio tecnico del Comune la statua, per il momento ancora in restauro, avrebbe dovuto essere collocata entro il 24 giugno.

«Purtroppo i tempi sono destinati a dilungarsi, ma è certo che entro breve san Giacomo ritornerà nel suo luogo d’origine». O quasi. La porta de Gradi, infatti, si trovava dove ora c’è via Visconti. «Era impossibile collocare il medaglione di marmo, alto tre metri, nella posizione originaria – continuano i tecnici incaricati di studiare il progetto -. Abbiamo scelto quindi di collocarlo poco più in là, utilizzando una struttura metallica di supporto, leggera e poco evidente, che metta in luce solo la statua». Dopo la demolizione della porta, avvenuta nel 1908, l’immagine del santo, protettore dei cappellai, fu spostata insieme alla lapide che l’accompagnava, nella chiesa dei Santi Giacomo e Donato, dove è rimasta, posizionata su un lato della parrocchia, fino a qualche tempo fa, quando l’effige è stata rimossa per il restauro.

La chiesa di via Buonarroti non rimarrà però senza il “suo” santo. Si è provveduto, infatti, a realizzare un calco in resina della statua autentica, che è già stato ricollocato di fronte all’ingresso del futuro asilo del quartiere, proprio accanto alla chiesa. Una storia, quella del medaglione che ritrae la figura dell’apostolo, che risale al 1704. Due anni prima il conte Giacomo Durini, nobile feudatario monzese, pagò le spese per il restauro della porta visconte trecentesca che rischiava di cadere sotto il peso dei suoi anni. A lavori ultimati, nel 1704, volle lasciare una sua “firma”, aggiungendo sulla facciata della porta anche la statua di san Giacomo, inserita in un tondo marmoreo. Un’immagine a cui i monzesi sono sempre stati particolarmente legati, tanto che fino a pochi decenni fa il 25 luglio, giorno che la Chiesa dedica alla memoria del santo, la città si dava appuntamento proprio alla chiesa dei Santi Giacomo e Donato per il raduno e la festa dei cappellai. Sarah Valtolina