Quando la poesia prende corpoA Monza Performance art festival

International performance art festival: decima edizione, da giovedì a domenica, di un incontro tra poeti che scavalca i confini tra paesi ed è ormai tra le rassegne rappresentative di questa forma d'arte. Al teatrino della Villa reale di Monza.
Quando la poesia prende corpoA Monza Performance art festival

Monza – Ci sono diversi modi e diversi livelli, per comunicare in poesia. La pagina e il segno, per esempio, o il suono e la voce, la parola e il suo significato. Quella che si chiama performance, apre una dimensione che attraversa questi piani, incrociandoli con altre forme espressive, e attingendo dunque da altri campi dell’arte, della cultura. Action poetry è un sinonimo, e significa semplicemente poesia in azione. Di chi va al cuore della propria intenzione, ne coglie il messaggio e muovendo dalla poesia lo rielabora e rimodella con altri linguaggi, con l’intento di renderlo il più presente e comunicativo possibile.

A tutto questo è dedicato l’International performance art festival. Decima edizione, da giovedì a domenica, di un incontro tra poeti che scavalca i confini tra paesi ed è ormai tra le rassegne rappresentative di questa forma d’arte. È ospitato nella sala convegni del teatrino della Villa reale di Monza. A organizzarlo è Harta performing; il poeta Nicola Frangione ne è il promotore e direttore artistico. A Monza dagli anni Settanta, da altrettanto conduce il suo lavoro nel territorio dell’interdisciplinarità, della sperimentazione di forme artistiche. Per comprendere cosa significhi performance poetica, occorre sgombrare prima il campo da ciò che non è. «Non è uno spettacolo teatrale – spiega Nicola Frangione – nel senso che l’autore scrive un copione che viene recitato. Ogni artista si propone in prima persona. Non vengono semplicemente “a leggere una poesia”, ma l’azione comporta interdisciplinarità. Non si tratta nemmeno di ricamare il testo, di confezionarlo, ma il poeta lo sviluppa dal punto di vista espressivo». Anche il video si inserisce a pieno titolo tra le strade di questa ricerca, che a Monza si ritrova anche per fare il punto su quello che avviene contemporaneamente in tutto il mondo. Il festival ha il patrocinio del comune ed è riconosciuto dall’Unione Europea, da Regione Lombardia, Provincia di Monza e Brianza.

«La performance art e l’action poetry – scrive Nicola Frangione nella presentazione della decima edizione del festival in programma a Monza- si inseriscono a pieno titolo tra gli eventi più significativi nel panorama della ricerca artistica, favorendo l’interscambio culturale e ponendo l’attenzione sul concetto di nomadismo come elemento fondamentale del lavoro dell’artista, che si sposta da un territorio linguistico ad un altro e offre occasioni di riflessione sul significato e sulle tecniche di progettazione dell’opera plurale ».

Si comincia dunque giovedì 7 giugno, alle 21, con l’introduzione teorica di Roberto Rossini, che presenta il libro “La performance tra arte, mito, rito e gioco”, un volume che è «una approfondita analisi, non solo teorica, frutto di alcuni anni dedicati dall’autore alla pratica, alla teoria e alla nomadica dell’arte delle arti». L’ingresso ai tre giorni di festival di arti performative al teatro della Villa reale è libero. Per informazioni consultare il sito web www.hartaperformingmonza. it oppure scrivere a nicola.frangione@ alice.it (telefono 039.2000033).
Letizia Rossi