Nessuna novità concreta per i lavoratori Fnac, destinati a restare sospesi almeno fino a novembre. Dopo settimane di presidi e uno sciopero che per la prima volta ha tenuto chiusi tutti i negozi italiani della catena, i 600 lavoratori a rischio mercoledì hanno ricevuto una comunicazione dalla Francia firmata Alexandre Bompard, il président directeur général.
Nella lettera che spiega il progeto di quotazione in Borsa del marchio, anche un messaggio per l’Italia: «In concomitanza con questo progetto, continuiamo a lavorare alla ricerca di una soluzione per la Fnac in Italia. Dovremmo essere in grado di fornirvi degli elementi di risposta all’inizio di novembre».
Fnac a inizio anno aveva annunciato la chiusura del ramo italiano entro fine 2012. Dopo l’estate, visto il silenzio del Gruppo PPR (presieduto da François-Henri Pinault) di cui il marchio fa parte, il lavoratori hanno avviato la mobilitazione.
Solo il giorno prima i sindacati avevano diramato un comunicato unitario, pubblicato interamente sulla pagina facebook “Salviamo Fnac”.
«In data odierna (martedì 9 ottobre) le Segreterie Nazionali di Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno avuto una conferenza telefonica con la Fnac in particolare con Christophe Deshayes che ci ha aggiornati sulle decisioni prese rispetto all’assetto del gruppo e che verranno da loro comunicate con lettera a tutti i /le collaboratori/trici. Purtroppo per l’Italia non cambia nulla. Il Gruppo Fnac verrà scisso dal gruppo PPR e quotato in borsa a maggio/giugno 2013. La cessione è stata approvata alle 14.30 nel corso del CdA del gruppo. Inizialmente, gli azionisti Fnac saranno gli stessi di PPR successivamente, dopo la quotazione, la holding della famiglia Pinoult manterrà almeno per un anno la proprietà delle azioni del 40% del gruppo. Fnac intende proseguire con i progetti in particolare con il piano strategico 2011/2015.
Per l’Italia è confermata la decisione di vendita con i tempi già definiti (entro fine 2012) e nonostante le nostre insistenze, legittimate dalla forte preoccupazione per il futuro delle/dei 600 lavoratrici/tori non ci è stato detto nulla in più se non il solito impegno di rivederci a novembre.
Continua, quindi, la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, il coinvolgimento nelle realtà territoriali degli assessorati e la sensibilizzazione nei confronti dell’opinione pubblica. Attendiamo la convocazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico».
I seicento lavoratori delle Fnac di Milano, Torino, Verona, Genova, Firenze, Roma e Napoli intanto continuano a ricevere la solidarietà del mondo della musica italiana. E sul web prosegue la raccolta firme alla petizione online avviata per chiedere chiarezza sul futuro.