Lewis Hamilton vince il suo titolo mondiale, supera i cinque di Fangio, raddoppia quelli di Brabham, Stewart, Lauda, Piquet e Ayrton Senna, avvicina i sette di Michael Schumacher. Contemporaneamente offre su un piatto d’argento la vittoria del gran premio degli USA al compagno di squadra Valtteri Bottas con un gesto del quale non tutti possono essersi accorti ma che val la pena ricordare. Si era al tempo del pit stop per il campione del mondo, in testa alla gara dopo i disastri Ferrari (motore vecchio per Leclerc, quarto al traguardo, per via di una partita d’olio nella versione 3 di attuale utilizzo e mala partenza di Vettel per via di una sospensione frolla poi rotta con conseguente ritiro): Lewis comprendendo che se fosse entrato sarebbe uscito nuovamente in testa con un distacco incolmabile per Bottas, riteneva giusto fare un altro paio di giri, perdere due secondi prima di cambiare gomme al box e poi farsi raggiungere e superare nel finale di gara.
Il mondiale piloti finiva qui, due gare prima della fine del campionato che adesso vedrà due corse, in Brasile e a Abu Dhabi, totalmente platoniche , tuttavia valide però per un ulteriore record di Hamilton: quello delle corse vinte in carriera, superando quota 91, che appartiene ancora a Michael Schumacher.
Il disastro americano Ferrari, disastro di team nella corsa di Austin beninteso, ha ripetuto un inconveniente del gran premio precedente: quando Leclerc è arrivato al pit stop la pistola avvita ruota posteriore sinistra ha fatto nuovamente cilecca. Tale inconveniente in una grande squadra non dovrebbe accadere. E se accade significa che i componenti del box o hanno materiale non consono oppure non hanno l’animo sereno. Toccherà a Mattia Binotto, a fine campionato, non solo dare alla Ferrari una macchina che possa vincere nel 2020, ma anche riassestare sotto il profilo psicologico tutti i componenti del team.
Non riesco ancora a prevedere quel che sarà il mondiale del 2020, ma sono certo che la Red Bull motorizzata Honda sarà un cliente molto difficile sia per la Mercedes sia per la Ferrari. I giapponesi raramente sbagliano per tre anni di seguito e il progettista della Red Bull, Adrian Newey, è quanto meglio il fatto di aerodinamica si possa trovare sul mercato della Formula 1.
Comunque sia, a Leclerc Verstappen e Vettel i due gran premi finali serviranno per conquistare il terzo gradino del podio nella classifica iridata. Che per l’olandese sarebbe un buon traguardo mentre per i ferraristi sarebbe già quasi un fallimento. Probabilmente non lo sarebbe stato se la squadra avesse optato, per quel che riguarda le disponibilità verso i piloti, per una leadership diversa a metà campionato.