Monza – Cinquanta euro per ogni ogni notte di lavoro sul marciapiede, altrimenti spuntava la pistola. E’ stato grazie al coraggio delle vittime, tre donne dell’est che si prostituiscono lungo viale Stucchi, a Monza, che due pregiudicati albanesi domiciliati a Paderno Dugnano, sono finiti in carcere con le accuse di estorsione e detenzione di arma da sparo.
L’operazione, condotta dagli uomini del commissariato di polizia del capoluogo brianzolo, diretto da Francesco Scalise, ha portato all’arresto dei fratelli Ridvan e Marin Hila, 30 e 33 anni, pregiudicati per reati molto pesanti, come riduzione in schiavitù e tratta di esseri umani, contestati dalla Direzione antimafia di Torino, e per i quali hanno già scontato sette anni in carcere ciascuno.
I due, denunciati dalle prostitute dalle quali pretendevano il ‘pizzo’ (350 euro a settimana), erano ospiti di un terzo fratello, incensurato regolare, estraneo alla vicenda. I due si presentavano dalle vittime in moto o in macchina. Pretendevano che le donne esercitassero dove decidevano loro, tanto che in un episodio hanno obbligato una di loro a salire in moto per ricondurla nel punto esatto stabilito. Nella cantina di casa del parente, Ridvan aveva nascosto una pistola Beretta con 21 munizioni, rubata a Varese nel ’99.
F. Ber.