Buongiorno, mio figlio è in prima elementare. Nonostante sia passato qualche mese dall’inizio dell’anno, continua a scrivere spesso i numeri e le lettere al rovescio, le capovolge o le traccia come se fossero allo specchio.
Ha molta difficoltà con questo aspetto, le insegnanti hanno finito di spiegare lo stampato maiuscolo ora iniziano con il minuscolo ed un approccio al corsivo, sono preoccupato perché vedo che il mio bambino è affaticato da questa situazione e temo che possa incontrare ancora più difficoltà con la scrittura in corsivo.
Buongiorno, le difficoltà che riporta potrebbero rientrare nel quadro di un disturbo della scrittura.
Questo disturbo si riscontra molto frequentemente nei bambini con disprassia i quali faticano nella pianificazione, nella coordinazione motoria e nel funzionamento neuropsicologico. Tralasciando altre problematiche che potrebbero essere associate al quadro del suo bambino, mi concentro sul problema da lei rilevato.
La capacità di scrivere è determinata da più fattori, in quanto questa abilità è possibile grazie all’integrazione e all’uso simultaneo di molti aspetti. Di seguito ne vediamo alcuni.
La motricità fine, ovvero la capacità di usare in modo efficace le mani e le dita, pensiamo a quanto sia importante per stabilizzare la presa della penna.
Altra componente è la postura, provi ad osservare come si comporta il bambino sulla sedia, riesce a mantenere la posizione? La muscolatura delle braccia e delle mani risulta troppo contratta o troppo rilassata, mostrando quindi una difficoltà di modulazione del tono muscolare?
Altro aspetto è la componente visuospaziale, il che non significa che il bambino abbia un deficit della visione (precedentemente escluso da un oculista), un deficit visuo-spaziale lo riscontriamo in bambini che faticano nell’orientamento del foglio, dei segni grafici e nel collocare correttamente gli elementi sul foglio, per esempio iniziano a scrivere in punti del foglio casuali o a destra anziché a sinistra.
Altro aspetto da non sottovalutare sono le funzioni neuropsicologiche, per citarne una, la capacità di mantenere l’attenzione su un compito in modo continuativo.
È stato molto attento ad individuare questa fatica, che, come le ho spiegato, è solo uno degli aspetti che devono essere indagati al fine di avere un quadro più completo per poter intervenire adeguatamente. Cordiali saluti,
Giulia Casiraghi *
* Laureata all’Università di Milano Bicocca, è TNPEE – Terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva. Iscritta all’albo professionale dei terapisti della neuropsicomotricità dell’età evolutiva n°448. Si occupa di età evolutiva, in particolare segue bambini e ragazzi tra zero e 18 anni con disturbi del neurosviluppo. Lavora come libera professionista a Milano e nella provincia di Monza e Brianza.