Mio figlio è nato prematuro. Rischia di sviluppare disturbi del neurosviluppo?

Un neonato vede la luce dopo sette mesi di gravidanza e, nel tempo, presenta un ritardo motorio. Conseguenza inevitabile? Risponde la dottoressa Giulia Casiraghi, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva.
Monza i reparti di Terapia Intensiva Neonatale della Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma
Monza i reparti di Terapia Intensiva Neonatale della Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma

Buongiorno, mio figlio è nato prematuro (a sette mesi) e attualmente ha un ritardo motorio, dato proprio dalla prematurità. Volevo capire fino a che punto è normale che i bambini prematuri siano in ritardo nella crescita sia fisica che nelle abilità motorie.

Buongiorno, indubbiamente la prematurità è una condizione che espone il bambino ad una maggiore probabilità di sviluppare disturbi del neurosviluppo.

L’essere umano è l’animale con lo sviluppo più lungo, che prosegue ben oltre la gravidanza, quindi il sistema nervoso dei neonati ha bisogno di tempo per completare lo sviluppo, quindi una “partenza in anticipo” lo espone indubbiamente a maggiori sfide per organizzarsi e maturare.

Per provare a capire meglio la situazione del suo bimbo dovremmo guardare più dati: la gravidanza, il parto e il post parto.

Durante la gravidanza ci sono state complicazioni? Il parto è stato fisiologico?

Per quanto riguarda in modo specifico la situazione del bambino alla nascita, dovremmo guardare l’indice di APGAR, che è un valore numerico che valuta i parametri fisiologici subito alla nascita, spesso i bambini con un indice di APGAR basso, necessitano di assistenza medica.

Altro aspetto da considerare è se il suo bambino ha avuto una sofferenza. Se si, come si è risolta? Oppure se in seguito ha dovuto trascorrere un periodo in TIN (terapia intensiva neonatale).

Tutti questi dati ci forniscono solo una base di partenza per capire il grado di assistenza che potrebbe necessitare il bambino.

Le ricordo che lo sviluppo dei bambini è determinato da aspetti genetici, da eventuali complicazioni (in gravidanza, nel parto o nel post parto) ma anche dalle esperienze a cui li esponiamo fin da piccolissimi, per questo ultimo motivo un ambiente e delle attività adeguate permetteranno al bambino di svilupparsi nel migliore dei modi nonostante la prematuritá.

In ogni caso è buona prassi essere seguiti da personale sanitario per monitorare lo sviluppo ed intervenire subito qualora emergessero difficoltà.

Le problematiche che potrebbero svilupparsi non sono inerenti solo alla sfera del ritardo della motricità, che in questo momento la preoccupa, teniamo conto che la prematurità è una delle situazioni che potrebbero far insorgere altre difficoltà come disturbi legati alla sfera neuropsicologica e alla coordinazione motoria.

Spero di averle risposto portando la sua attenzione a considerare con uno sguardo globale la situazione e non solo le singole tappe motorie che possono essere più o meno raggiunte in epoca adeguata.

Giulia Casiraghi *

* Laureata all’Università di Milano Bicocca, è TNPEE – Terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva. Iscritta all’albo professionale dei terapisti della neuropsicomotricità dell’età evolutiva n°448. Si occupa di età evolutiva, in particolare segue bambini e ragazzi tra zero e 18 anni con disturbi del neurosviluppo. Lavora come libera professionista a Milano e nella provincia di Monza e Brianza.