Mia figlia ha 18 mesi e non parla. Mi devo preoccupare?

Risponde la dottoressa Giulia Casiraghi, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva.
Bambini baby linuaggio - foto pch.vector/it.freepik.com
Bambini baby linuaggio – foto pch.vector/it.freepik.com

Buongiorno, mia figlia ha 18 mesi e non parla, mi devo preoccupare? Carla

Buongiorno, a un anno e mezzo il bambino dovrebbe riuscire a produrre alcune parole.

Per capire se il linguaggio fosse indice di una criticità dello sviluppo, osservi altre componenti, le faccio un elenco di comportamenti da osservare.

Innanzitutto deve esserci il contatto visivo, in quanto condizione fondamentale per l’inizio di una comunicazione.

Come prerequisiti del linguaggio dobbiamo avere l’attenzione condivisa, ovvero la capacità di guardare insieme uno stesso oggetto o fenomeno, per esempio il bambino può indicare per richiedere qualcosa oppure per mostrare, inoltre se l’adulto gli indica qualcosa, il bambino deve essere in grado di orientare la sua attenzione verso la medesima.

Deve essere presente l’alternanza del turno, sia nelle azioni che nelle proto-conversazioni, cioè quegli scambi di versi e suoni dove il bambino e l’adulto si alternano come se si rispondessero in un dialogo.

A livello di comprensione del linguaggio, il bambino a 18 mesi è in grado di comprendere semplici indicazioni e se nominate dell’adulto abbina gli oggetti conosciuti correttamente.

Per togliere ogni dubbio le consiglio una visita neuropsichiatrica infantile, in modo da capire se questa assenza di linguaggio è dovuta ad altro oppure è collegata solo ad una componente linguistica.

Esistono bambini chiamati “parlatori tardivi”, ovvero quei bambini che fra i 18 e i 36 mesi presentano un vocabolario ridotto.

Talvolta sviluppano più tardi il linguaggio senza che poi evolva un vero e proprio disturbo del linguaggio, dobbiamo però tenere presente che questa condizione è un fattore di rischio per il successivo sviluppo di un disturbo del linguaggio per il quale è necessaria una riabilitazione.

Sicuramente individuarlo precocemente aiuterà voi genitori a trovare le giuste strategie per supportare la bambina, in questo una logopedista potrebbe essere di sostegno per mettere in atto modalità adatte a lei.

Giulia Casiraghi *

* Laureata all’Università di Milano Bicocca, è TNPEE – Terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva. Iscritta all’albo professionale dei terapisti della neuropsicomotricità dell’età evolutiva n°448. Si occupa di età evolutiva, in particolare segue bambini e ragazzi tra zero e 18 anni con disturbi del neurosviluppo. Lavora come libera professionista a Milano e nella provincia di Monza e Brianza. Per info: mail, Facebook, Instagram.