«Il personale paramedico ne ha constatato il decesso intorno alle 17.20. Che ore sono adesso? Dovrei essere morto». Chi parla è Manuel Agnelli. Anzi chi legge, visto che il cantante degli Afterhours ha letto la notizia della propria morte durante il concerto di sabato sera all’Estragon di Bologna. Morte che, secondo la pagina di Wikipedia dedicata alla band milanese, sarebbe avvenuta proprio il 6 ottobre: «In seguito ad un mix di farmaci, viene trovato da Rodrigo D’Erasmo nella sua stanza d’albergo nella periferia di Bologna».
E poi via col personale paramedico, il decesso intorno alle 17.20 e il riferimento all’esibizione in programma quella sera.
Raccontandola sul palco, Agnelli ha scherzato un po’ col violinista D’Erasmo (su youtube ci sono i video del momento). Poi la foto della pagina incriminata (nel frattempo tornata “normale”) è finita su facebook, sulla pagina ufficiale della band: «Durante il concerto di ieri all’Estragon di Bologna – dice il post – abbiamo appreso da Wikipedia la notizia del decesso di Manuel Agnelli. Il sostituto non se l’e’ cavata male 🙂 ». E sotto più di duecento commenti.
La stessa sorte a inizio ottobre era toccata a Vasco Rossi, morto per l’ennesima volta su facebook e Twitter in occasione dell’uscita dalla clinica in cui era ricoverato. Un ritorno a casa contro il parere dei medici (e per questo i fan restano in ansia). Mentre in estate era stato il belga Gotye a rassicurare i suoi ammiratori, alla fine dell’anno scorso Jon Bon Jovi aveva dovuto smentire un arresto cardiaco.
Anche se il morto più famoso della storia della musica resta Paul McCartney: l’ex Beatles sarebbe rimasto ucciso nel 1966 in un incidente stradale e poi sostituito da un sosia. Che ha scritto “Let it be”, ha girato il Magical Mystery Tour. E a luglio si è esibito durante la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Londra. Una delle leggende più longeve della storia del rock. Insieme a quelle intorno alla morte di Elvis Presley e Jim Morrison. Ma questa è un’altra storia.
Chiara Pederzoli