Nel titolo c’è tutta la garbata ironia di cui Luca Aronica è capace. Nel libro c’è tutta la sua storia, fatta anche di quella capacità di essere lieve, ma tracciata soprattutto dalla diagnosi di retinite pigmentosa avuta da adolescente. “Tarcisio il Talpone” è il libro che Aronica, oggi 35enne, ha scritto con Antonella Inga, sua compagna di vita e a sua volta ipovedente. Un volume edito da Effigi (160 pagine, 15 euro) che è un progetto pensato per anni e diventato realtà in pochi mesi, grazie a incontri e coincidenze. Il testo nasce dal desiderio di Aronica di mostrare se stesso in cammino attraverso la cecità che lo ha colpito. «Spesso mi ritrovo con persone che vivono il mio stesso problema e non conoscono il mio percorso di dolorosa caduta e poi di lenta rinascita. Sanno solo chi sono oggi».
Ma Aronica aveva 13 anni quando gli venne diagnosticata la malattia che gradualmente porta alla perdita della vista. Oggi è operatore shiatzu e convive con Antonella, in piena autonomia. Proprio la fidanzata sta vivendo ora la fase che Luca visse tanto tempo fa. La degenerazione progressiva della retina ha diversi stadi di gravità, che portano comunque alla perdita totale delle capacità visite. Oggi Luca non vede più nulla, Antonella è accompagnata da impulsi di luci e ombre. «Anche per questo parallelo – spiega Aronica – è venuto spontaneo fosse Antonella (appassionata di scrittura, ndr) a mettere nero su bianco i pensieri che da tempo ho nella mente e che spero siano d’aiuto ad altri».
Aronica è passato dal rifiuto della malattia alla rabbia, fatta di un abisso che solo famiglia e amici hanno reso più lieve. Poi la rinascita. Del resto, se sei adolescente, fai progetti, pensi in grande e ti dicono che diventerai non vedente, quell’abisso si fa ancora più profondo. Furono i coetanei, spietati come solo l’adolescenza aiuta a essere, a dare a Luca il soprannome “Tarcisio il talpone”. «Andavo a scuola dai Salesiani e Tarcisio era il nome del rettore. Indossava occhiali molto spessi. Quando iniziai ad avere i problemi di vista, i miei compagni incominciarono a chiamarmi così». Ma Luca voleva essere per forza come tutti loro. Nel libro, strutturato per temi e non per cronologia, c’è un capitolo dedicato all’ostinazione di Aronica nel volere un motorino. Tre incidenti in sella, (uno pochi minuti dopo aver ritirato il mezzo dal concessionario) tanto spavento per mamma e papà, e persino fratture, il bottino rimediato da un ragazzino che no, proprio non voleva darsi per vinto. Forse proprio quella testardaggine ha rappresentato il primo passo per ripartire e tornare, comunque, a sognare un futuro. E a costruirlo con nuove risorse. Oggi quel futuro è anche un libro in cui Luca ha raccontato ad Antonella i suoi pensieri. Poi il destino ha aiutato entrambi.
L’Unione ciechi ogni anno accoglie studenti in alternanza scuola-lavoro. Tra loro, quelli dell’istituto King di Muggiò: la docente, Paola Borin, ha trascorso l’estate a correggere le bozze del libro; una delle allieve, Laura Ferrarese, ha realizzato la copertina; Alessio Varisco, altro docente e scrittore, ha messo Luca in contatto con la sua casa editrice. Il risultato è il libro di oggi, il cui ricavato sarà destinato all’Unione ciechi per l’acquisto di tecnologie assistenziali per bimbi non vedenti e a “Free Moving”, società sportiva per persone con disabilità. Il libro sarà presentato il 2 dicembre, al Binario 7. I posti sono già esauriti. «Sarebbe bello accadesse la stessa cosa al libro», dice Aronica. Per prenotare copie: tarcisioiltalpone@gmail.com.