Limbiate, assassinio Malacrinò:22 anni all’omicida albanese

Limbiate – E’ stato condannato a 22 anni e 6 mesi di carcere Ismet Cuka, albanese di 45 anni, accusato di aver ucciso Loris Malacrinò, 23 anni, ammazzato con una coltellata all’inguine la notte del 21 aprile 2007, nel Parco delle Groane. La sentenza è stata emessa martedì scorso alla prima Corte d’Assise di Milano. Il pm Giuseppe D’Amico aveva chiesto l’ergastolo per l’imputato, che è stato assolto dalle accuse legate al traffico di droga. Cuka, ritenuto dagli inquirenti un trafficante internazionale di stupefacenti e assistito dall’avvocato Andrea Del Corno, secondo l’accusa avrebbe ucciso il giovane perchè si era rifiutato di pagare una partita di hashish di circa mille euro. Malacrinò era stato trovato agonizzante la sera del 21 aprile, sui gradini del ristorante «Il Gabbiano» di via Laghetto. Era morto in ambulanza, mentre veniva trasportato d’urgenza all’ospedale di Garbagnate Milanese. Sul suo corpo era stata trovata una profonda ferita di 15 centimetri all’inguine, provocata da un’unica e violenta coltellata. A scoprire il corpo erano state due ragazze, clienti del ristorante, uscite dal locale per fumare una sigaretta. Avevano trovato Malacrinò ancora vivo, disteso a terra in un lago di sangue, sui gradini, che urlava dal dolore, chiedendo aiuto. «Mi hanno accoltellato» era riuscito a dire il giovane. Inutile però la corsa dei soccorritori, avveriti immediatamente: il ragazzo è morto in ambulanza a causa dell’unica, profonda, ferita che lo ha completamente trapassato. Sul suo corpo, in particolare sul volto e sulle mani, il medico legale aveva evidenziato anche numerose contusioni, segno di una lite con l’assassino scoppiata poco prima delle morte e un tentativo di difesa della vittima. Loris Malacrinò, di professione artigiano, viveva a Padova con la madre. Il padre, separato, risiede invece a Cesano Maderno, insieme agli altri tre figli. Il giovane ucciso risultava incensurato: a quanto pare però i aveva legami col mondo della droga. I carabinieri della compagnia di Desio, dopo un paio di mesi di indagini, nel luglio 2008 erano arrivati prima ad individuare e poi ad arrestare l’assassino. Fin da subito avevano sospettato che l’omicidio fosse scattato per un regolamento di conti nell’ambito del traffico di droga. Al nome dell’albanese gli investigatori sono arrivati dopo aver interrogato parenti e amici di Malacrinò. L’arresto era scattato il 13 luglio di un anno fa, quando l’albanese è stato bloccato a Milano, in corso Vercelli, grazie alla complicità di una sua ex fidanzata, che aveva organizzato un incontro. All’appuntamento si erano presentati anche i militari.
Paola Farina