Lentate, Ltm in liquidazioneDopo l’incendio rischio chiusura

Lentate, Ltm in liquidazioneDopo l’incendio rischio chiusura

Lentate sul Seveso – Duro colpo alla Ltm logistica integrata di viale Brianza. Dopo il violento incendio che l’aprile scorso aveva divorato un capannone, il 9 settembre scorso per i dodici lavoratori, oltre a otto assunti tramite cooperativa, è arrivata una doccia fredda: la proprietà vuole mettere in liquidazione la società. Un primo sentore si era avuto alle porte delle vacanze, quando l’amministratore delegato, Vittorio Canetta, aveva lasciato l’incarico.

La conferma, amara, è arrivata con la ripresa. Le motivazioni fornite dal proprietario, Alessandro Tragni, alla Confindustria di Monza rimandano alla crisi generale del mercato e all’incendio di aprile. Peccato che le fiamme abbiano divorato solo una parte dell’intera area di stoccaggio e la Ltm non abbia mai interrotto l’attività, come scritto anche dalle colonne del nostro giornale all’epoca con tanto di foto che affiancava i pompieri ai mezzi in manovra per caricare i treni.

Respinta al mittente, almeno da parte dei lavoratori, anche la versione della crisi. Tra agosto e settembre c’è stata una crescita delle richieste commerciali di stoccaggio e ancora si sono chiusi anche dei contratti per il trasporto su rotaia, che si sarebbero concretizzanti in autunno. I lavoratori sollevano poi dubbi sul reale impegno della proprietà. Insomma gli interventi previsti in estate per la ricostruzione del capannone bruciato, non sono mai iniziati, quando invece un’impresa confinante coinvolta dall’incendio, la “Memoplastic”, ha già ripreso appieno l’attività.

Aspetti che hanno spinto i dodici dipendenti, di cui buona parte residenti a Lentate e diversi già cinquantenni, a chiedere l’intervento dei sindacati. Operai e impiegati non possono accettare una cassintegrazione a ore zero, senza sapere cosa accadrà, quali siano le dinamiche future dell’azienda. Sarà venduta? A quale società? Abbiamo cercato la risposta, chiamando direttamente in causa il proprietario Alessandro Tragni. Raggiunto telefonicamente, si è limitato a un ermetico:«Non ho alcun commento da rilasciare». Di diverso tenore invece la voce dell’amministrazione comunale.

Il sindaco, Massimo Sasso, e la sua giunta si erano interessati al futuro dei dipendenti subito dopo l’incendio e questa volta sono stati i lavoratori a bussare alla loro porta. Il confronto c’è stato lo scorso giovedì 17. Risultato? «Quello che conta di più per noi – sottolinea Gabriele Porro, assessore alle attività produttive – è l’aspetto sociale. Per questo la prossima settimana il sindaco parlerà con la proprietà, invitandola a mantenere i venti posti di lavoro, soprattutto in un momento così delicato per l’economia».
Cri.Marz.