Monza – L’Italia sta per festeggiare i 150 anni della sta Unità. Un’ottima occasione per riflettere sugli aspetti del nostro costume e del nostro carattere nazionale che malgrado il passare dei secoli non sembrano per niente cambiati. E dato che l’ironia è la più acuta ed efficace di tutte le riflessioni, e il teatro il luogo perfetto per esprimere la propria identità, Maurizio Micheli e Tullio Solenghi, con la complicità di alcuni amici, di buone riletture e di sfiziose canzoni, propongono su molte ribalte nazionali “Italiani si nasce”. Con la postilla “E noi lo nacquimo”, implicito omaggio al genere del varietà teatrale che ancora oggi è fonte di ispirazione.
Lo spettacolo va in scena giovedì 24 febbraio, al teatro Manzoni. Il sipario si apre alle 21. Repliche fino a domenica pomeriggio. I biglietti costano 25 euro per la platea, 22 per la balconata e 13 per la galleria.
I due protagonisti sono anche autori dei testi con la collaborazione di Marco Presta. Cura la regia Marcello Cotugno. Sul palco altri sei attori si caleranno nel funambolismo dei personaggi, per ripercorrere attraverso caratterizzazioni, trucchi, dialetti, travestimenti, una storia dalle mille identità. Ecco i nomi: Sandra Cavallini, Adriano Giraldi, Matteo Micheli, Gualtiero Giorgini, Fulvia Lorenzetti e Luca Romani.
Il titolo è una citazione dall’inesauribile repertorio di lazzi e aforismi del grande Totò, maschera per antonomasia di una certa italianità da sempre sospesa fra esibizione di sentimento nazionale e
localismo, cliché patriottico e individualismo anarchico.
“Non vogliamo fare rievocazione nostalgica – spiega il regista – bensì raccontare con l’occhio critico di oggi il carattere degli italiani nel tempo”. E così, in una piazza italiana, ai piedi dei due monumenti dedicati a Garibaldi e Vittorio Emanuele II, una compagnia teatrale comincia a raccontare una storia d’Italia che si dipana a partire dai ‘lombi’ supremi, quelli di Adamo, con la creazione – molto fa pensare che Adamo ed Eva fossero italiani – per poi passare ad alcuni protagonisti altolocati della storia, da Leonardo a Colombo e Galilei, da Cavour a Casanova.
Ma ci sono anche umili comparse: due cristiani, ad esempio, che stanno per essere sbranati dai leoni al Colosseo. A furia di piccoli espedienti si rimanda l’esecuzione. Fino all’arrivo dell’indulto.
Ad un certo punto, immancabile l’interrogativo: ma l’italianità esiste ancora? E come si manifesta oggi? E che fine hanno fatto Dio, patria e famiglia? Siamo ancora una nazione di poeti, santi e navigatori?
Lo spettacolo ha una diversa impostazione nei due atti che lo compongono: il primo è parodistico, il secondo presenta una scrittura più graffiante
Le numerose canzoni, rigorosamente italiane, e la sequenza di travestimenti regalano al pubblico una performance scoppiettante. Informazioni allo 039-386.500.
Modesto Panizza