Il Nobel a Bob Dylan (che in risposta tace)

Ha fatto discutere, e continuerà a farlo. Il Nobel per la letteratura a Bob Dylan continua a strappare tanti applausi quanto nasi arricciati. Ma quel che più conta, lui non ne parla. Nemmeno sul palco di un concerto.
Bob Dylan
Bob Dylan U.S. Information Agency.

“Per aver creato nuove espressioni poetiche nella grande tradizione musicale americana”. Così l’Accademia di Svezia ha motivato il Nobel 2016 per la letteratura a Bob Dylan. Proprio Robert Allen Zimmerman, il cantautore delle proteste per i diritti civili, il menestrello di Duluth nel Minnesota. Dylan, 75 anni, era già stato in corsa per il premio nel ’96 e nel 2008 aveva vinto il Pulitzer, il più importante riconoscimento giornalistico. Ma con questa decisione l’Accademia ha decisamente preso in contropiede anche i commentatori più esperti.

Lui ha appreso la notizia come nel suo personaggio: in silenzio. “Schivo” e “riservato” sono gli aggettivi che più ricorrono nelle sue biografie. Giovedì sera, con tutto il mondo che ha parlato di lui per tutto il giorno, è salito sul palco per un concerto a Las Vegas e ha fatto come se niente fosse successo. Senza accenni al premio, ha suonato e se ne è andato. Poi magari ha urlato ballando nell’intimità del salotto della sua stanza, ma in pubblico niente. E sembra anche che in 24 ore l’Accademia non sia ancora riuscita a parlargli: non risponderebbe al telefono.

Tanto da far sorgere la domanda: accetterà il Nobel?

Intorno invece gran baraonda. “Congratulazioni a uno dei miei poeti preferiti, Bob Dylan, per un Nobel ben meritato”, ha twittato il presidente Barack Obama (linkando alla pagina dedicata su Spotify, che ha analizzato i dati e ha rivelato di aver avuto boom di richieste di canzoni di Dylan dal minuto dopo l’annuncio del Nobel).

“Congratulazioni a un vecchio sostenitore del nostro lavoro”, ha scritto, sempre su Twitter, l’associazione umanitaria Amnesty International.

“È una notizia che mi riempie di gioia, vorrei dire non è mai troppo tardi – ha commentato Francesco De Gregori che senza segreti ha sempre avuto in Dylan un artista di riferimento e a lui ha dedicato “De Gregori canta Bob Dylan – Amore e furto” – Il Nobel assegnato a Dylan non è solo un premio al più grande scrittore di canzoni di tutti i tempi ma anche il riconoscimento definitivo che le canzoni fanno parte a pieno titolo della letteratura di oggi e possono raccontare, alla pari della scrittura, del cinema e del teatro, il mondo e le storie degli uomini”.

Ma mica son tutte rose e fiori. Se in internet si è scatenata l’ironia intorno allo scrittore Philip Roth, che ogni anno da anni è candidato al Nobel che (ancora) gli manca, facebook ha registrato la reazione di un altro papabile: il giapponese Haruki Murakami ha postato la copertina del suo ultimo libro accompagnato dalla frase “Non dispiacerti per te stesso. Solo gli stronzi lo fanno”. Che non ha riferimenti diretti a persone o fatti realmente accaduti, ma un tempismo eccezionale.

E poi c’è Alessandro Baricco che all’Ansa ha detto: “È un grandissimo. Andare a un suo concerto oggi è una delle esperienze più grandi ed emozionanti che si possano fare nello spettacolo. Ma, per quanto mi sforzi, non riesco a capire che cosa c’entri con la letteratura. È come se dessero un Grammy Awards a Javier Marias (scrittore spagnolo) perchè c’è una bella musicalità nella sua narrativa. Allora anche gli architetti possono essere considerati poeti”.

Comunque sia. Bob Dylan è stato premiato col Nobel il 13 ottobre, il giorno in cui è morto Dario Fo che quello stesso premio l’aveva vinto nel 1997. Un altro contropiede alla normalità delle cose da parte dei professori svedesi.