Seregno e Desio – Si svolgeranno sabato alle 15.45 nella parrocchia dei santi Pietro e Paolo a Desio i funerali di Michael Rendina, il 26enne titolare della ditta Sada di via Strauss, specializzata nella lavorazione di balestre e freni di veicoli industriali, morto schiacciato da un camion giovedì pomeriggio. L’imprenditore si trovava per un controllo sotto un grosso autoarticolato, sollevato da terra con degli stabilizzatori, quando improvvisamente il mezzo pesante si è abbassato e l’ha schiacciato. Inutili i soccorsi.
Rendina era subentrato nella titolarità della ditta al padre Michele, che non ancora sessantenne è morto un paio di mesi fa per un male incurabile. Michael era stato adottato da piccolo. Era di origini indiane, come i suoi tre cugini, anche loro adottati da piccoli dagli zii. Il lavoro era la sua passione, raccontano gli amici. Un ragazzo disponibile, dolce, attento.
Marcello Lentini, titolare della società di trasporti “Lentini” di via Strauss dotata di otto camion, ricorda così Rendina: «Da circa quindici anni le riparazioni le facciamo sempre alla “Sada”. Prima c’era un altro proprietario, che poi ha ceduto l’attività agli operai tra cui il padre di Michael, Michele Rendina. Michael era un ragazzo molto timido, introverso, assolutamente tranquillo, stava crescendo, stava imparando il mestiere di meccanico».
Gli amici di Michael Rendina non riescono ancora a credere alla tragedia avvenuta giovedì pomeriggio. “Il lavoro in officina era la sua vita”, raccontano, addolorati. Davanti alla casa del ragazzo, in via Mazzini 44 a Desio, il giorno dopo l’incidente c’è un via vai continuo di persone. Amici, parenti, conoscenti. In tanti si stringono intorno alla famiglia Rendina, alla mamma e ai due fratelli di Michael.  Il ragazzo,  26 anni, era stato adottato da piccolo. E’ di origini indiane, come i suoi tre cugini, anche loro adottati da piccoli dalla famiglia degli zii.
Il ragazzo, dopo la morte del papà, ha preso in mano l’attività e l’ha portata avanti. Con lui anche uno dei suo due fratelli, nati dopo l’adozione. Anthony lo ha visto morire sotto i suoi occhi: giovedì pomeriggio c’era anche lui in officina. E’ un dolore che si porterà sempre dentro. Distrutto dal dolore anche il fratello più piccolo, David, che sta ancora studiando. E Martina, la  fidanzata. I due sognavano un futuro insieme. Avevano deciso di andare a convivere, in vista, in futuro, di un matrimonio. L’appartamento c’era già: proprio sopra l’officina di via Strauss, dove è accaduta la tragedia.