Fucili e falsi distintivi: presol’armiere della ‘ndrangheta

E' considerato uno degli "armieri" della cosca Patania, attiva a Stefanaconi, nel vibonese, impegnate in una sanguinosa faida contro i rivali del gruppo Fiorillo - Struglio - Battaglia. Daniele Bono, 26 anni, domiciliato a Besana, arrestato con altri sei.
Fucili e falsi distintivi: presol’armiere della ‘ndrangheta

Besana – E’ considerato uno degli “armieri” della cosca Patania, attiva a Stefanaconi, nel vibonese, impegnate in una sanguinosa faida contro i rivali del gruppo Fiorillo- Struglio-Battaglia. Strascichi di una guerra di ‘ndrangheta arrivati anche a Besana Brianza, dove i carabinieri, giovedì notte, hanno arrestato Daniele Bono, 26 anni. L’uomo è accusato, in concorso con altre sei persone raggiunte da altrettanti provvedimenti restrittivi in Calabria, di porto e detenzione di armi clandestine, ricettazione e possesso di segni distintivi contraffatti.

Gli indagati infatti sono accusati di aver fatto da custodi per conto dei Patania, non solo di armi, ma anche di falsi distintivi di polizia da utilizzare per agguati di mafia. Secondo quanto si apprende dai carabinieri (hanno operato gli uomini della compagnia di Serra San Bruno col supporto dei colleghi di Seregno) nell’abitazione di Besana non sono state trovate armi o munizioni. Il 26enne Bono, domiciliato in città, risulta ufficialmente residente a Gerocarne, località della provincia di Vibo Valentia, da cui provengono parte delle persone raggiunte da ordinanza di custodia.

Il 26enne besanese è stato condotto dai militari presso la casa circondariale di Monza. I provvedimenti restrittivi, che hanno interessato due donne, sono stati notificati anche ad Antonio Caglioti, di 55 anni, di Gerocarne; Cosimo Domenico Caglioti (24), di Gerocarne; Damiano Caglioti (23), di Gerocarne; Caterina Caglioti (30), di Stefanaconi; Alessia Cirillo (20), di Acquaro; Nazzareno Patania (39), di Stefanaconi.
Federico Berni