Fidanzati tra Sud Sudan e Sierra Leone per aiutare Medici con l’Africa Cuamm

Federico Olivo è un giovane infermiere di 29 anni di Giussano, in passato impegnato per la Fondazione Maddalena Grassi. Anche la sua compagna, Federica Citterio, è una infermiera, 29 anni e arriva da Lurago d’Erba. Insieme, sono da un anno in Africa per un progetto della Ong. «Affrontare insieme le sfide quotidiane di questo contesto è un valore aggiunto».
Federico Olivo e Federica Citterio
Federico Olivo e Federica Citterio

«È triste dover scegliere tra il lavoro e la famiglia». È partita da questa considerazione la storia di Federico e Federica, fidanzati brianzoli impegnati per la ong Medici con l’Africa Cuamm. Perché dover scegliere tra la professione, e gli affetti è ancor più difficile quando quel lavoro è in realtà una scelta di vita, una sorta di impegno 24 ore su 24, dedicato agli altri. E allora l’Africa, già di per sé sempre e comunque esperienza totalizzante, può rappresentare il luogo dove quella scelta di vita si può fare in coppia. E bene. «Avevamo un sogno molto immaturo di Africa, un ideale che si era un po’ perso nei percorsi di ciascuno e che poi abbiamo ritrovato, come coppia». Federico Olivo è un giovane infermiere di 29 anni di Giussano, in passato impegnato per la Fondazione Maddalena Grassi. Anche la sua compagna, Federica Citterio, è una infermiera, 29enne e arriva da Lurago d’Erba. Insieme, sono da un anno tra Sud Sudan e Sierra Leone. «Da tempo desideravamo fare questa esperienza come coppia – raccontano i due giovani – e, grazie al Cuamm, unica Ong che si è mostrata disponibile a farci partire insieme, possiamo lavorare uno accanto all’altro».

La loro storia è fatta di scelte, certo, ma anche di una serie di incontri e di letture, solo in parte fatte per caso. Perché, in fondo, quelle casualità sono solo tasselli che conducono là dove già si desidera andare. I due giovani sentono nominare, per la prima volta, Medici con l’Africa Cuamm a un concerto di Niccolò Fabi. Poi Federica parte per il Libano, con un’altra ong, e riceve in regalo il libro “Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa” di Mario Calabresi. Ogni settimana, invia al fidanzato un messaggio audio con la lettura di un capitolo del libro, in cui si narra la storia di una coppia di medici partita negli anni Settanta con il Cuamm.

Poi nelle mani dei due giovani è arrivato un altro libro: “Il bene ostinato” di Paolo Rumiz. E così, dopo la formazione e i colloqui pre-partenza, i due ragazzi partono per Rumbek, in Sud Sudan. In mezzo al nulla, in un contesto rurale e difficile, decisamente essenziale, si immersi nella propria missione e tutto intorno “non c’è nulla”. «In Africa tutto acquista un peso specifico maggiore – spiegano i due giovani -. Anche le piccole azioni quotidiane, come fare la doccia o procurarsi il cibo e l’acqua di ogni giorno, richiedono energia e sforzi continui, poi la situazione di emergenza della zona rende tutto più complicato, ma ci siamo fatti forza, insieme». Da Rumbek, per sei mesi, i giovani brianzoli si impegnano anche per incrementare vaccinazioni, visite prenatali, screening nutrizionale, distribuzione di farmaci e formazione. Poi Cuamm li invia in Sierra Leone, a Freetown, dove Federica è capo progetto di un intervento per la salute di mamme e bambini in tre ospedali – il Princess Christian Maternity Hospital di Freetown, quello di Bo e quello di Makeni-. Federico, invece, si occupa di raccolta dati e monitoraggio delle attività al Pcmh e di un progetto specifico sul diabete in gravidanza.

«Per entrambi è un’esperienza nuova che ci sta dando tanto, sia professionalmente che umanamente – raccontano i due infermieri–. Stiamo crescendo ed era quello che volevamo. Farlo come coppia è per noi è un punto fondamentale. Vivere in Africa ti fa maturare più velocemente. Affrontare insieme le sfide quotidiane di questo contesto è un valore aggiunto. Ci sentiamo cambiati, anche rispetto a 6 mesi fa, siamo più “grandi”, più forti e questo sta alla base di tutto».

CUAMM: Dal 1950 Dal 1950 più di mille sono le persone che hanno prestato servizio con Medici con l’Africa Cuamm e hanno dato il loro personale contributo, professionale e umano, in una qualche parte del mondo. Cuamm fa attività di informazione anche negli ospedali brianzoli. «All’ospedale San Gerardo – fanno sapere dall’ong – facciamo attività di sensibilizzazione sia verso i medici specialisti che verso gli studenti del Sism (Segretariato italiano studenti di medicina) dell’Unimib. Abbiamo dei gruppi di appoggio e sostegno alle attività del Cuamm, in particolare tra Milano, Lecco e Rho». La ricerca di professionisti che sappiano unire uno spirito di solidarietà e di servizio alle indispensabili competenze tecniche è, di fatto, continua. Info: mediciconlafrica.org.