Una città in musica. Come in musica è stato l’inizio dell’estate 2014. Milano ha partecipato per la prima volta alla festa che dal 1982 si ripete ogni 21 giugno. E come ogni brava debuttante è andata bene.
La festa della musica: 21 giugno, come e perché
Così insieme al tango in galleria, per una serie di fortunati eventi sotto la Madonnina sono passati anche i Pearl Jam. Che venerdì sera hanno riempito San Siro nella loro prima volta allo stadio cittadino e sabato si sono regalati una passeggiata prima di ripartire verso Trieste, e la seconda data italiana dello European tour. Giusto in tempo per assaggiare la prima edizione di Make Music Milan, il festival di musica diffusa e auto organizzata al centro del programma della festa.
Una giornata di riposo che ha fatto la gioia di chi si è trovato di fronte Eddie Vedder e famiglia.
È successo al cantautore Icio Caravita, busker fin nelle origini ferraresi, che ha raccontato la sua avventura su Facebook. Perché “è così che va”, come dice il titolo del suo album: “Poi esce dal Cenacolo Vinciano, mi saluta, mentre sto suonando con il plettro che mi ha regalato poco prima, prende la sua bimba per mano e balla al ritmo di una mia canzone. E ti cambia di colpo tutto il nero che c’è”. Il lui in questione è proprio Vedder, frontman della band di Seattle (per usare la formula trita e ritrita delle bio musicali).
Un bel cinquantenne che ha lasciato la firma sulla musica grunge-rock dagli anni ‘90 in avanti, campione in gioventù di stage diving e capace allo stesso tempo di ipnotizzare imbracciando un ukulele (sue le musiche del film Into the wild di Sean Penn).
Ma qui i riflettori si spostano su Caravita: “Ho partecipato al festival perché anche per noi musicisti di strada è stata un’occasione straordinaria – ha raccontato agli organizzatori del festival – Stavo suonando nella piazza di Santa Maria delle Grazie quando ho visto entrare al Cenacolo alcuni Pearl Jam, ho scambiato con loro due parole, e all’uscita Eddie Vedder è tornato a salutarmi ed è stato per un po’ ad ascoltarmi ballando con sua figlia. Una roba da film, lunga vita a Make Music Milan!”
Qui la pagina facebook di Maurizio Icio Caravita
E i numeri per tornare tra un anno ci sono tutti: 90 palcoscenici in tutta la città, oltre 500 ore di musica e 800 pass stampati per gli artisti. E poi tanto pubblico e il coinvolgimento di tutti anche attraverso l’hashtag #elefantiamilano (il modo studiato per definire i partecipanti).
Dai cinque pianoforti lungo corso Vittorio Emanuele (in collaborazione con Mito Fringe) alla drum battle in piazzetta ex Reale, dalla zattera dei concerti sul Naviglio Grande, al Vertical Stage di via Corsico (palco verticale nel senso che i musicisti si sistemano sui balconi); dalle iniziative in zona Brera, alla discoteca per bambini al Parco Trotter, alle versioni acustiche di cover punk in largo Marinai d’Italia, fino al Parco Cascine Rosse, a piazza dei Piccoli Martiri e alla discoteca all’aperto sotto l’Arco Della Pace.
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“È stata una serata fantastica e un festival prodotto davvero in maniera partecipata. La cittadinanza ha risposto con adesione e reattività sorprendenti, e così i partner che ci hanno sostenuto. L’entusiasmo -prima, durante e dopo- dei quasi mille musicisti e la curiosità e l’attenzione delle centinaia di persone, che si sono radunate loro intorno nelle diverse postazioni in tutta Milano, hanno confermato la forza di una formula che da trent’anni coinvolge centinaia di città sul pianeta e da quest’anno anche la nostra – ha concluso il comitato promotore composto da Alberto Alloisio, Mauro Mercatanti, Alessandro Cesqui e Angelo Miotto – Grazie a tutti, a cominciare dal Comune di Milano che ci ha offerto la magnifica infrastruttura open-air; stiamo già pensando alla prossima edizione”.