Cantare. Fare musica. Quattro storie per chi ama ascoltare, da parte di chi fa il mestiere per passione, e non solo per professione. Quattro storie al volo, raccolte da racconti e commenti sui social network.
La prima: Glen Hansard.
Sì, giù subito il jolly. Il cantautore irlandese nei giorni scorsi era in Toscana, nei dintorni di Lucca. Passeggiando in città prima di assistere al Summer Festival è entrato in un negozio di dischi e ha conosciuto il proprietario che – dopo pizzicotti, saluti e complimenti – non è riuscito a confidargli il sogno di organizzare un suo concerto. Ha potuto rimediare qualche ora dopo, fuori da un bar: nuovo incontro e coraggio a due mani per chiedere un contatto per potersi risentire: “Ma perché, sono qui fino a venerdì – ha risposto Hansard – Quando vuoi lo facciamo: dopodomani?”. Facile no?
È così che il 17 luglio è diventata una data da segnare sul calendario: diversi racconti sono su facebook (e in effetti, capita una cosa del genere e non la vuoi raccontare subito? Leggi qui) e poi su un po’ di stampa online. René Bassani dello Sky Stone and Songs ha avuto il suo sogno, un pubblico ristretto e fortunato ha goduto di un live organizzato gratis in quattro e quattr’otto in uno studio d’arte. E fatto dei successi dal repertorio, cover prese in prestito dagli amici (“Drive all night” di Bruce Springsteen, già cantata con Eddie Vedder) e novità per il prossimo album composte la mattina stessa.
Glen Hansard live in Lucca (video da youtube)
“Grazie Lucca! That was molto molto Bellissimo! Thank you all at sky stone & songs! And all at Malanima.. There’s a new spring in our step!”, ha twittato Hansard. Una nuova primavera, già. Magari.
Un po’ come l’estate passata a Sesto San Giovanni: un po’ meno a sorpresa, ma il concerto del Carroponte si era concluso con la festosa sfilata tra il pubblico insieme alla (marching) band e a Lisa Hannigan. Oppure come tutte le altre volte che l’irlandese ha sentito la voglia di suonare, ha preso la chitarra e si è messo a cantare.
“Passing through” @carroponte (Sesto San Giovanni, 6/7/13):
Storia numero due: Eddie Vedder.
Esterno giorno, spiaggia. Un vicino di ombrellone tira fuori una chitarra. Scena già vista? Sì ma non è la solita cosa del molestatore che vuole coinvolgere tutti a tutti i costi. Stavolta è Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, in Portogallo per partecipare al Super Bock Super Rock festival di Meco. Dopo il fuori programma alla festa della musica di Milano (leggi qui) e prima di esibirsi alla sera, cantando anche Imagine di John Lennon a sottolineare ancora una volta il suo pensiero sul conflitto israelo-palestinese (ma questa, purtroppo, è un’altra storia). Le foto di Vedder in spiaggia chitarra tra le braccia e sorriso disteso (come sopra) sono state postate su Twitter dal fan site Pearl Jam online (vai all’account).
Terza storia: Baustelle.
Gran finale della tournée di “Fantasma” a Montepulciano, da dove tutto per loro è cominciato, e diluvio a interrompere la festa. Una gran pioggia su piazza grande che ha costretto tutti a cercare un riparo. Sotto i portici, dove il concerto è continuato con le tre canzoni che mancavano e qualcosa in più.
“La pioggia che ha purtroppo interrotto lo spettacolo a tre canzoni dalla fine non ci ha permesso di ringraziare dal palco la meravigliosa squadra di tecnici e musicisti e organizzatori che ha reso possibile questa avventura, e ringraziare tutti voi che, dall’uscita del disco in avanti, siete venuti a sentirci, nei teatri e nelle piazze – hanno scritto Francesco Bianconi, Rachele Bastrenghi e Claudio Brasini sull’account ufficiale di facebook (vai) – Abbiamo cercato di salvare il salvabile, perché contro fulmini e contro i mulini a vento è difficile combattere, venendo a suonare e a cantare con voi, senza amplificazione, cinque canzoni al riparo dei portici di Palazzo Nobili Tarugi. È stata un’emozione indescrivibile, e forse il modo migliore per chiudere un ciclo e cominciarne un altro. Grazie di cuore”.
Quarta e ultima storia: Alteria.
Brianza, 13 luglio 2014. Tredici luglio? Sì il giorno di Germania-Argentina finale dei Mondiali di calcio e anche del Tokuma festival di Vimercate. Giorno di pioggia, anche qui, come troppi altri in questa estate troppo umida. In cartellone c’è Alteria, al secolo Stefania Bianchi e protagonista di una nuova carriera solista dopo l’esperienza con i NoMoreSpeech.
“Ok. Piove e ho scoperto che c’e anche la finale dei mondiali. Ma io qui sono e suono:) questa sera OnSTage”, aveva scritto nel pomeriggio del concerto sulla sua pagina facebook (vai). E i rocker non sono tipi da arrendersi facilmente.
Quel post infatti a fine serata è passato nel dimenticatoio, archiviato dal più entusiastico: “Pioggia, finale dei mondiali… ma alla fine siamo saliti sul palco comunque. Grandissimi i ragazzi del TOKUMA! Grandissimi gli irriducibili. Vi voglio bene. Grandissimi quelli che hanno mollato il maxischermo prima della fine dei supplementari per guardare noi 4 sul palco. Grandissimi i miei 3 musicisti, Piter Nando e Roby, che scassano sempre tutto. Go go go”.
Passione. La stessa che Alteria, sempre su facebook, recentemente ha sintetizzato in un nuovo post: “Con una bacchetta magica mi piacerebbe che la gente ritrovasse il gusto di ascoltare la musica, la bella musica. Mi piacerebbe che tornasse la curiosità, gli occhi che brillano nel comprare un disco tanto desiderato (…) Vorrei che sparissero i musicisti privi di passione, quelli finti, costruiti, privi di personalità e vorrei si moltiplicassero quelli di cuore e di pancia, quelli che se li guardi negli occhi capisci che ti stanno cantando le loro verità. Vorrei e cerco di inseguire il mio sogno, ogni giorno”. Ed ecco qua.