F1, Morosini in pista: verso Melbourne l’incognita riguarda gli pneumatici

Prima tappa del Mondiale, con le Ferrari a proprio agio con le hypersoft, problemi di blistering per le Mercedes. Ma il punto di domanda è sulle Red Bull, perché Adrian Newey non sbaglia mai le vetture due volte di fila. Ne scrive il giornalista Nestore Morosini.
Charles Leclerc e Marcus Ericsson durante la presentazione dell’Alfa Romeo Sauber F1 Team
Charles Leclerc e Marcus Ericsson durante la presentazione dell’Alfa Romeo Sauber F1 Team

Melbourne è la prima tappa di un mondiale che si annuncia affascinante. I test invernali di Barcellona hanno lasciato trapelare qualche dato che in terra d’Australia potrà aver già subito modifiche se non sostanziali sicuramente sensibili. A Barcellona si sono verificati tre fatti importanti per quel che riguarda le possibilità di lotta al vertice.
La Ferrari ha effettuato i test in funzione delle gomme soft e ultrasoft che, probabilmente, saranno quelle che verranno usate nella gara di Melbourne. Con le hypersoft da qualifica, Vettel e Raikkonen hanno stabilito i migliori tempi delle due serie di test.
La Mercedes, al contrario, ha provato quasi sempre con gomme medie, poiché le soft hanno generato sulle frecce d’argento problemi di blistering. A Melbourne la Mercedes non avrà gomme medie perché la Pirelli ha scelto di fornire mescole soft, ultrasoft, hypersoft. Non è detto che la Mercedes non abbia risolto i problemi di blistering, nelle prove libere di venerdì vedremo le scelte della scuderia tedesca rapportate con quelle della squadra di Maranello e della Red Bull.
Alle due contendenti del 2017 si è aggiunta, secondo me, anche la Red Bull. Lo dico perché Max Verstappen nei test di Barcellona è stato vicino, come velocità in rettilinei, alla Mercedes (331 contro 335) mentre le Ferrari hanno viaggiato leggermente al disotto (329 Raikkonen e 327 Vettel). Inoltre per mia esperienza, ahimé dovuta all’età, il progettista della Red Bull, Adrian Newey, non sbaglia mai due progetti consecutivamente. Ha sbagliato la macchina del 2017, mi aspetto una buonissima monoposto nel 2018. Infine, la Red Bull ha,secondo me, la miglior coppia di piloti fra tutte le scuderie del Circus.

Queste tre considerazione mi portano a una conclusione abbastanza tradizionale: la prima gara può dare indicazioni che si avvicinano solo per il 30 per cento alle reali possibilità fra le monoposto di vertice. Per avere l’esatta cognizione delle forze in campo occorreranno almeno quattro gran premi, cioè Australia, Barhein, Cina e Azerbaijan. In Spagna, riprendendo i dati dei test invernali e mixandoli con quelli ottenuti nelle prime quattro gare, i direttori tecnici, e di riflesso anche i media, avranno indicazioni quasi esatte sulle potenzialità in campo. Per quel che riguarda Melbourne, si può prevedere una qualifica molto incerta. Si tratta di una pista cittadina, molto lunga, con una media gran premio che sui 190 chilometri orari. La potenza del motore non dovrebbe essere un fatto fondamentale, quindi è possibile che, dopo la qualifica, il passo gara possa essere a vantaggio delle Mercedes, visto che con meno potenza di motore le gomme soft non dovrebbero soffrire molto. Vi dirò anche quelle che sono le mie curiosità sulla prima gara del mondiale 2018: vedere all’opera, con l’Alfa Sauber, Charles Lecrerc in pectore futuro pilota Ferrari; le prestazioni di Pierre Gasly con la Toro Rosso; se Vandoorne sarà più veloce di Alonso.