La figuraccia australiana ha messo il team Ferrari in allerta. Difficile capacitarsi sul perché della differenza fra quello che si era visto nei test preliminari di Barcellona e quel che, invece, si è visto nelle tre giornate del GP di Melbourne. Si sperava di essere con la Mercedes, la realtà è stata esserle dietro di un minuto.
Inutile nascondersi che la sorpresa, il rammarico e un certo timore si sono impossessati di tutto il team Ferrari. Gente troppo brava per non sapere e capire che una macchina che va bene su una pista va bene su tutte le piste, mentre una macchina che va male diventa un problema sin dalla seconda o terza corsa. A meno che non sia stato commesso qualche errore di valutazione, riparabile con un bell’esame dei dati. Per esempio, come hanno paventato anche i responsabili Pirelli, che i capataz della squadra di Maranello abbiano commesso il madornale errore di trattare le gomme nuove, che hanno cambiato nome e dimensioni, con le medesime finalità di quelle vecchie. E allora, il fatto principale che assilla il team di Maranello è quello di constatare il comportamento della monoposto in Bahrein, da venerdì, e in Cina dal 12 al 14 aprile. Se anche in queste due gare la Ferrari sarà come quella di Melbourne, che è arrivata al traguardo anche con il fiato un po’ corto quanto ad affidabilità, Mattia Binotto dovrà riconsiderare una Ferrari fatta di tecnici tutti italiani chiedendo alla proprietà di avere finanziamenti da poter investire nella ristrutturazione della squadra onde poter progettare una monoposto adeguata per il 2020.
Il nostro augurio, ovvio e fortissimo, è che Bahrein e Cina ci diano soddisfazione perché la Ferrari è fra le prime, se non la prima, fra le eccellenze nazionali: perderla ancora una volta per strada sarebbe deleterio.
Un’annotazione, questa volta sui piloti. Il futuro in Ferrari, comunque sia, non sembra più tanto per Sebastian Vettel. E se Charles Leclerc è più veloce del tedesco gli si dia corsa totalmente libera, senza titubanze né timori.
Infine all’orizzonte della Ferrari si sta affacciando un altro Schumacher, Mick ventenne figlio del grande e sfortunatissimo campione. Sarà lui, il giorno dopo il gran premio del Bahrein, al volante della Ferrari a sostenere i test previsti dal regolamento. E, certamente, sarà lui che, a tempo debito, sostituirà Sebastian. E io non vedo l’ora.