I primi sei della qualifica si sono classificati ai primi sei posti del Gp di Monaco: Ricciardo, Vettel, Hamilton, Raikkonen, Bottas e Ocon. Per vederlo tutto, senza chiudere mai un occhio, la dolce Ivana mi ha dovuto preparare un bricco di caffè. Ho faticato, ma ce l’ho fatta a seguire quella che giustamente Marc Gené, pilota che commenta su Sky, ha correttamente definito una “gara come se disputata dietro la safety car”. Intendendo alludere, con ciò, a un serpentone di monoposto, con qualche sorpasso ai box e due o tre nelle retrovie della corsa. Che il regista delle riprese Tv ha avuto il suo bel da fare per renderla in qualche modo accettabile, pescando avanti e indietro i “trenini” di monoposto con la speranza di poter mostrare qualche attacco. E ciò, spesso, anche a discapito di quanto avveniva in testa al gran premio.
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E sì, che al 28esimo dei 78 giri in programma Daniel Ricciardo aveva avvertito il box di avere un calo di potenza. Al box Red Bull il suo ingegnere è stato bravissimo nel non allarmarlo dicendogli di stare concentrato e di guidare con la potenza che aveva “senza cercare di risolvere il problema perché con le gomme quelli dietro stanno peggio di te”.
Siccome le comunicazioni radio le sentono tutti, e quindi anche i tecnici di Maranello, mi aspettavo che Vettel, che seguiva Ricciardo di circa 2 secondi, attaccasse.
Invece no, giro dopo giro il tedesco della Ferrari ha badato a controllare le gomme, probabilmente su suggerimento del box, attendendo gli ultimi sedici giro per forzare cercando di indurre l’avversario all’errore. Cosa che non è avvenuta, anche perché un tamponamento a pochi giri dal termine di LeClerc (rimasto senza freni) su Hartley ha mandato in onda la virtual safety car che ha chiuso definitivamente la contesa, conferendo a Ricciardo il meritato titolo di principe dei piloti di Montecarlo: prima nelle tre sessioni di prove libere, primo in qualifica e primo al traguardo del Gp.
Gradevoli la sua faccia felice e il suo sorriso, che però non mi hanno riconciliato con questa Formula 1 noiosa e priva di attrattiva per via di un regolamento tecnico assurdo che rende molto vicine le prestazioni delle monoposto.
Ve ne do la prova. Nel 1983, Alain Prost con la Renault ottenne la pole position e il diciannovesimo, Elio de Angelis con la Lotus si qualificò con un distacco di 4”678, nella qualificazione dell’attuale GP di Monaco, la differenza fra il tempo di qualificazione di Ricciardo, in pole, e il diciannovesimo, Magnussen su Haas, è stata di 2”583.
Sempre nel Gp di Monaco 1983, Danny Sullivan (oggi commissario FIA) con la Tyrrell partì dalla ventesima posizione e arrivò quinto, in quello attuale Verstappen è partito dalla ventesima posizione ed è giunto nono. Mi sono spiegato?
La vittoria di Ricciardo
The moment @danielricciardo has dreamed of all his motor racing life #MonacoGP #F1 pic.twitter.com/WGlQE5CFhf
— Formula 1 (@F1) 27 maggio 2018