Il circuito di città del Messico è il più alto sul livello del mare di tutto il Mondiale. Si va dai 2.200 ai 2.300 metri per oltre quattro chilometri. A questa altezza i motori hanno un rendimento diverso rispetto ai tracciati che si trovano a livello, o quasi, del mare. E sul tracciato intitolato ai fratelli Rodriguez le macchina motorizzate Renault l’hanno fatta da padrone nelle prime prove libere del terz’ultimo Gran premio della stagione. Le Red Bull, soprattutto, ai primi due posti con Verstappen e Ricciardo; poi la Renault di Carlos Sainz, staccata di due decimi, davanti a Vettel a un millesimo da Sainz. Le Mercedes, che in un “panino” stringono Raikkonen, non sono andate benissimo: settimo Hamilton e nono Bottas, con quasi mezzo secondo di distacco.
Ma il fatto principale della giornata è che in altura i distacchi in queste prove libere si sono contenuti, dal primo al ventesimo pilota, in meno di due secondi. E in 1”13 ci sono ben dodici piloti. Prevedo, quindi un ritorno sia delle Ferrari sia soprattutto delle Mercedes per cui la terza serie di prove libere e la qualifica, probabilmente cambieranno la fisionomia di questa ipotetica griglia di partenza del prima giornata. Ma il GP del Messico, anche in passato, ci ha spesso riservato delle sorprese. Quando, ad esempio, nel 1986 le fortissime Williams, McLaren e Lotus furono battute dalla Benetton motorizzata Bmw e gommata Pirelli.